Hezbollah vince anche in Europa

Redazione

Il ministro degli Esteri bulgaro, Kristian Vigenin, ha detto in un’intervista, mercoledì alla Radio nazionale bulgara, che le prove sul coinvolgimento di Hezbollah nell’attacco del luglio dello scorso anno a un autobus su cui viaggiava una comitiva di turisti israeliani, all’aeroporto di Burgas, sul mar Nero, “non sono categoriche”. Vigenin ha spiegato che pur essendo possibile il coinvolgimento del gruppo sciita in un attentato che uccise cinque turisti, “non possiamo prendere una decisione tanto pesante con implicazioni serie per la politica di tutta l’Unione europea sulla base di prove circostanziali”.

    Il ministro degli Esteri bulgaro, Kristian Vigenin, ha detto in un’intervista, mercoledì alla Radio nazionale bulgara, che le prove sul coinvolgimento di Hezbollah nell’attacco del luglio dello scorso anno a un autobus su cui viaggiava una comitiva di turisti israeliani, all’aeroporto di Burgas, sul mar Nero, “non sono categoriche”. Vigenin ha spiegato che pur essendo possibile il coinvolgimento del gruppo sciita in un attentato che uccise cinque turisti, “non possiamo prendere una decisione tanto pesante con implicazioni serie per la politica di tutta l’Unione europea sulla base di prove circostanziali”. Le prove sono indirette e “non esplicite”, dice il ministro, che fa parte del nuovo governo socialista di Sofia, e che prende le distanze da quello che aveva stabilito l’esecutivo precedente: nel febbraio scorso, l’allora ministro dell’Interno Tsvetan Tsvetanov aveva descritto l’operazione terroristica nei dettagli, aveva detto che due uomini coinvolti nei preparativi erano stati identificati (un canadese e un australiano, entrambi membri di Hezbollah) e che le prove raccolte facevano “ragionevolmente supporre” che il Partito di Dio fosse la mente dell’attentato.

    Come si sa, l’Unione europea da tempo discute sulla possibilità di mettere Hezbollah nella lista nera dei gruppi terroristici dell’Ue: gli inglesi sono stati i primi a chiedere questa sanzione, e nelle ultime settimane – da quando Hezbollah s’è messo a combattere con il regime di Damasco contro i ribelli, cosa che ha rinsaldato in modo straordinario il rais Assad – anche francesi e tedeschi si sono uniti a Londra nel fare pressioni. Se Hezbollah entra nella lista nera, si spezza almeno il fundraising del gruppo che passa per il continente europeo. Il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino la settimana scorsa aveva detto, intervistata da Repubblica riguardo Hezbollah: “Ho chiesto che l’analisi dei fatti e l’analisi giuridica sia molto consistente, perché al di là delle simpatie o antipatie per qualcuno, una dichiarazione di black list deve avere una base giuridica forte. Altrimenti si tratta di una politicizzazione del caso”. La base giuridica non c’è più, Hezbollah può festeggiare, sta vincendo dappertutto.