Lunedì a Bruxelles

Tutta la gran fuffa che l'Unione europea sta per annunciare su Hezbollah

Redazione

L’Unione europea vuole poter dire di aver inserito Hezbollah nella lista nera delle organizzazioni terroristiche, senza dover spingersi fino a bollare Hezbollah come organizzazione terroristica. E’ questo, in sostanza, il compromesso molto bruxellese che si delinea in vista della riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue di lunedì. “Ci stiamo muovendo verso l’inserimento dell’ala militare di Hezbollah nella lista nera, ma non di Hezbollah in quanto tale”, ha spiegato ieri un alto responsabile europeo: “Questa decisione non porterà alla sospensione del dialogo con tutte le forze politiche libanesi e dell’assistenza finanziaria e umanitaria che fornisce l’Ue”.

    Bruxelles. L’Unione europea vuole poter dire di aver inserito Hezbollah nella lista nera delle organizzazioni terroristiche, senza dover spingersi fino a bollare Hezbollah come organizzazione terroristica. E’ questo, in sostanza, il compromesso molto bruxellese che si delinea in vista della riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue di lunedì. “Ci stiamo muovendo verso l’inserimento dell’ala militare di Hezbollah nella lista nera, ma non di Hezbollah in quanto tale”, ha spiegato ieri un alto responsabile europeo: “Questa decisione non porterà alla sospensione del dialogo con tutte le forze politiche libanesi e dell’assistenza finanziaria e umanitaria che fornisce l’Ue”. Inoltre, ci vorrà “molto più tempo per adottare il regolamento” sulle sanzioni: divieto di ingresso sul territorio europeo e congelamento degli asset finanziari. Solo alcuni individui “legati agli attacchi terroristici perpetrati in Bulgaria e Cipro” saranno presi di mira, ha aggiunto l’alto responsabile: non c’è alcun altro “legame”, nemmeno con la Siria, dove i combattenti di Hezbollah fiancheggiano il regime di Bashar el Assad.

    Jonathan Stevenson, ex direttore per gli affari politico-militari in medio oriente del National Security Council di Obama, ha scritto sul New York Times che per “cacciare Assad” occorre “fare pressione su Hezbollah”, convincendo la milizia sciita che i suoi interessi saranno preservati. Lo stesso governo di Beirut ha chiesto all’Ue di rinunciare, perché Hezbollah è “parte essenziale della società libanese”. L’annuncio di lunedì dell’Ue sarà “più un segnale politico che una misura con effetti concreti”, spiega al Foglio un ambasciatore di un grande paese. “Non esiste un’ala militare di Hezbollah che ha depositato il suo statuto al tribunale di Beirut” ed è praticamente impossibile distinguere tra i diversi gruppi interni. Alcuni paesi scettici – compresa l’Italia – frenano, a causa dei rischi per la stabilità politica libanese e il pericolo di rappresaglia contro le truppe europee in Unifil. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, non ha dato il via libera a una decisione già questa settimana, perché ha voluto portare “la discussione” al livello politico per valutare “l’impatto sulla stabilità della regione”, dice una fonte diplomatica.