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Hamilton racconta come rifiutò di favorire il marito della sua amante
Nell’estate del 1791 una donna si presentò alla mia casa a Philadelphia e chiese di poter parlare con me in privato. La feci entrare in una stanza lontano dalla famiglia. Con aria afflitta mi disse che era la figlia di un certo signor Lewis, sorella di un signor G. Livingston dello stato di New York e moglie di un certo signor Reynolds il cui padre era impiegato nel dipartimento di vettovagliamento dell’esercito durante la guerra contro la Gran Bretagna. Mi disse anche che suo marito, che per molto tempo l’aveva trattata con violenza, l’aveva lasciata per vivere con un’altra donna e che si trovava in una condizione tanto misera da non aver nemmeno i soldi per tornare dai suoi cari. Sapendo che ero un cittadino di New York, si era presa la libertà di fare appello alla mia umanità chiedendo aiuto.
di Alexander Hamilton
Nell’estate del 1791 una donna si presentò alla mia casa a Philadelphia e chiese di poter parlare con me in privato. La feci entrare in una stanza lontano dalla famiglia. Con aria afflitta mi disse che era la figlia di un certo signor Lewis, sorella di un signor G. Livingston dello stato di New York e moglie di un certo signor Reynolds il cui padre era impiegato nel dipartimento di vettovagliamento dell’esercito durante la guerra contro la Gran Bretagna. Mi disse anche che suo marito, che per molto tempo l’aveva trattata con violenza, l’aveva lasciata per vivere con un’altra donna e che si trovava in una condizione tanto misera da non aver nemmeno i soldi per tornare dai suoi cari. Sapendo che ero un cittadino di New York, si era presa la libertà di fare appello alla mia umanità chiedendo aiuto.
Io risposi che la sua situazione era molto toccante e che ero disposto a coprire le spese per farla ritornare dai suoi, ma poiché in quel momento, in casa mia, non mi era possibile (com’era nei fatti), le chiesi dove risiedesse, per poterle portare o spedire una modesta somma di denaro. Lei mi disse la strada e il numero della casa dove abitava. La sera mi misi un biglietto di banca in tasca e mi recai all’indirizzo. Chiesi della signora Reynolds e mi furono indicate delle scale, da dove lei, venendomi incontro, mi condusse in una camera da letto. Presi il biglietto dalla tasca e glielo consegnai. Seguì una breve conversazione, dalla quale divenne presto chiaro che da lei sarebbe stata bene accetta non solo una consolazione pecuniaria.
Da quel momento ebbi frequenti incontri con la signora, molti dei quali in casa mia, quando la signora Hamilton, con i nostri figli, andava in visita da suo padre. Nel giro di breve tempo la donna mi disse, chiedendomi consiglio, che suo marito le aveva sollecitato una riconciliazione. Io la consigliai in tal senso, e poco dopo fui informato che i due erano tornati insieme. [Segue la descrizione di come Reynolds ottenga di incontrare Hamilton millantando di avere informazioni utili al dipartimento del Tesoro, ndr].
Il signor Reynolds mi disse che stava andando in Virginia, e che al suo ritorno mi avrebbe indicato come avrei potuto essergli utile. Non sono sicuro, ma disse qualcosa riguardo a un impiego in un ufficio pubblico.
Al suo ritorno mi chiese un lavoro come impiegato nel dipartimento del Tesoro. Le informazioni che avevo acquisito su di lui mi sconsigliavano di acconsentire a questa richiesta. Cercai di convincerlo dicendogli, cosa per altro vera, che non c’erano posti liberi nel mio ufficio e che gli impiegati degli altri settori erano scelti dai capi di pertinenza. Reynolds si lamentò con me dicendo, come riporta Clingman, che gli avevo promesso un impiego ma che lo avevo deluso. Quanto accaduto con la moglie mi avrebbe dovuto rendere accondiscendente nei confronti di quell’uomo. E’ possibile che io abbia usato espressioni vaghe che potrebbero aver alimentato delle aspettative, ma più conoscevo quella persona più diventava inammissibile un suo impiego come funzionario pubblico. Questo dovrebbe condurre alla riflessione chi è dotato di capacità di discernimento. Se avessi preferito la mia gratificazione privata all’interesse pubblico, avrei trovato il lavoro desiderato da quell’uomo che era per me conveniente accontentare. Ma stringendo un tale legame con costui, come questi desiderava, è possibile che avrebbe poi voluto un altro impiego? O, invece, è possibile che se avessi continuato a rifiutarmi avrei scatenato il suo risentimento? Queste circostanze mostrano al tempo stesso la prudenza della mia condotta nelle relazioni pubbliche e l’impossibilità per me di avere con Reynolds la connessione pretesa. (4. continua)
di Alexander Hamilton


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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