Maccio latino

Redazione

C’è qualcosa di stranamente rinfrescante per il genere maschile, e forse anche per il genere umano italiano, nelle immagini di Maccio Capatonda (in realtà Marcello Macchia, ma ci siamo capiti) che scorrazza per Los Angeles mano nella mano con Elisabetta Canalis, naturali come un testimonial qualsiasi del Nespresso e una reginetta della comicità nonsense, una Jenny McCarty all’italiana. A dispetto della location patinata, è il controcanto alle icone scintillanti dell’estate boriosa dei tempi che furono, la vita smeralda con scarpe da vela e abbronzatura artificiale di giorno, e di notte  vizi da calciatore bollito, quel tipo umano e mondano che per la legge della gravitazione calcistica finiva poi a giocare nell’Inter.

    C’è qualcosa di stranamente rinfrescante per il genere maschile, e forse anche per il genere umano italiano, nelle immagini di Maccio Capatonda (in realtà Marcello Macchia, ma ci siamo capiti) che scorrazza per Los Angeles mano nella mano con Elisabetta Canalis, naturali come un testimonial qualsiasi del Nespresso e una reginetta della comicità nonsense, una Jenny McCarty all’italiana. A dispetto della location patinata, è il controcanto alle icone scintillanti dell’estate boriosa dei tempi che furono, la vita smeralda con scarpe da vela e abbronzatura artificiale di giorno, e di notte  vizi da calciatore bollito, quel tipo umano e mondano che per la legge della gravitazione calcistica finiva poi a giocare nell’Inter. Elisabetta è stata tutto questo. E’ stata velina, calendarista e showgirl da interviste del genere “sono una persona solare”, è stata dispensatrice generosa di forme, starlette con cagnolino e regina delle vanità da discoteca estiva, serate animate da relitti di quella che nel vocabolario dei nostalgici si chiama “tv commerciale”. E’ stata la musa del cinepattone che è dentro ciascuno di noi, ipostasi del genere “italiano medio” che Maccio sbertuccia senza retoriche da superiorità antropologico-comica o pretese di satira sociale. E ci mancherebbe. Ma Elisabetta è stata anche il ponte gettato fra Cologno Monzese e Hollywood, in qualche modo simbolo dell’uscita dalla provincia dei calendari di Max per entrare trionfalmente nello showbiz che conta; è passata dalle photogallery di Repubblica.it a quelle di Perez Hilton, e scusate se è poco.

    Fra un red carpet in compagnia della leggenda brizzolata e una sessione di shopping in versione finto informale per difendersi da chissà quali orde di fotografi si è ritagliata uno spazio vitale e artistico nell’universo delle celebrity americane. Praticamente un cervello in fuga. Ma, come si dice nella sua patria adottiva, “you can take the girl out of the country, but you can’t take the country out of the girl”, la provincia torna fuori, potente e inossidabile, e dall’intoccabile statua di cera che è George Clooney si passa all’Abruzzo di Maccio, eroe definitivo della demenzialità post tutto che ha iniziato a smanettare con una videocamera facendo trasposizioni locali dei grandi film horror americani. Tutto è disceso in qualche modo da lì. La febbra, Mariottide, Padre Maronno, Mobbasta (veramente però), I pugni nelle mani, Bruno Liegibastonliegi e poi su fino a Mario, il conduttore che affronta dritto per dritto i progetti di potere di Lord Micidial (la serie non poteva che concludersi con il momento “io sono tuo padre”, si aspetta con ansia la seconda stagione) sono sequenze di uno spirito nonsense che non ha diritto di cittadinanza nella città degli angeli e delle impronte celebri nel cemento fresco.

    Arrosticini a Bel Air
    “Chi sono io per smentire i tabloid” è l’ultimo tweet della sua timeline, mentre lei nei social procede sul genere “costumino leopardato con piscina azzurra” e a distanza risponde con frasi sconnesse a Bobo Vieri, che sulle pagine estive ha evocato l’amore puro di quegli “sweet years” perduti. L’immaginario amoroso odierno è più terragno. E’ un pasticcio di parole di quelli che fanno ridere soltanto se li dice Maccio; è un arrosticino sul bordo di una jacuzzi a Bel Air; è il termine di una traiettoria che parte dal calciatore, congiunge la star e si conclude nella comicità a basso costo e alto rendimento del Maccio latino, improbabile protagonista dell’estate del gossip. Forse dopo tanta dissipazione da showgirl frivola, lei cerca un uomo che la faccia ridere.