Assad sulle accuse al regime: "Un insulto al buonsenso"

Gran Bretagna e Stati Uniti pensano a un intervento in Siria

Redazione

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sarebbero pronti a lanciare un attacco missilistico contro il regime siriano di Bashar al-Assad. I vertici militari dei due paesi stanno mettendo a punto la lista degli obiettivi da colpire. Lo ha scritto la stampa britannica. Secondo il quotidiano britannico Telegraph infatti un'azione militare potrebbe partire già entro la prossima settimana, mentre il Daily Mail riferisce che il presidente Usa Barack Obama e il premier britannico David Cameron, in un colloquio telefonico di 40 minuti nel corso del weekend, avrebbero discusso del piano di attacco che potrebbe essere messo a punto entro le prossime 48 ore.

    Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sarebbero pronti a lanciare un attacco missilistico contro il regime  siriano di Bashar al-Assad. I vertici militari dei due paesi stanno mettendo a punto la lista degli obiettivi da colpire. Lo ha scritto la stampa britannica. Secondo il quotidiano britannico Telegraph infatti un'azione militare potrebbe partire già entro la prossima settimana, mentre il Daily Mail riferisce che il  presidente Usa Barack Obama e il premier britannico David Cameron, in un colloquio telefonico di 40 minuti nel corso del weekend, avrebbero discusso del piano di attacco che potrebbe essere messo a punto entro le prossime 48 ore. Nel frattempo Assad, in un'intervista al quotidiano russo Izvestia, non ha tardato a rilasciare dichiarazioni di dissenso nei confronti dei due paesi definendo le accuse che l'Occidente rivolge al regime siriano in merito al presunto uso di armi chimiche "un insulto al buonsenso". "Queste accuse – ha detto Assad – hanno motivazioni politiche e sono suscitate dalla serie di vittorie che le forze del governo stanno ottenendo contro i terroristi". Per il presidente siriano gli Usa devono sapere che, se decideranno di attaccare militarmente la Siria, "falliranno come in tutte le guerre che hanno scatenato finora, dal Vietnam a oggi". "Possono avventurarsi in qualunque guerra – ha concluso Assad – ma non possono sapere quanto durerà e fin dove arriverà".

    LA POSIZIONE DELLA RUSSIA - Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha avvertito il segretario di Stato americano, John Kerry, sulle "conseguenze estremamente gravi" che avrebbe un eventuale intervento militare Usa contro il regime siriano: lo ha reso noto lo stesso dicastero di Mosca sul proprio sito Internet, riferendo il contenuto di una conversazione telefonica tra i capi delle due diplomazie. Nella telefonata, avvenuta ieri su iniziativa della parte russa, Lavrov ha fatto sapere a Kerry che Mosca è "profondamente allarmata" dalle dichiarazioni ufficiali degli Stati Uniti, pronti a "interferire", come si sottolinea nella nota ministeriale, nel conflitto in Siria. "Serghei Lavrov", si legge nel comunicato del dicastero, "ha portato l'attenzione sulle conseguenze estremamente gravi per l'intero Medio Oriente e per la regione del Nord-Africa di un eventuale nuovo intervento militare. Si ha l'impressione che certi circoli, inclusi quelli sempre più attivi nei loro appelli per un intervento militare scavalcando l'Onu", è la denuncia da parte della Russia, "stiano francamente tentando di spazzare via gli sforzi comuni russo-americani degli ultimi mesi per convocare una conferenza internazionale per una risoluzione pacifica della crisi", ovvero la più volte rinviata Ginevra 2. 

    Mosca si è inoltre detta perplessa dai riferimenti di alcuni esponenti dell'amministrazione Usa circa le presunte prove del coinvolgimento del regime siriano nell'attacco avvenuto la scorsa settimana a Ghouta, oasi situata alla periferia est di Damasco, dove si suppone siano state usate armi chimiche. "In questo contesto", continua il ministero degli Esteri nella nota, "la Russia ha invitato ad astenersi dalla linea della pressione militare su Damasco, a non cedere alle provocazioni e a sforzarsi di promuovere la creazione di normali condizioni, perché la missione degli esperti Onu, che si trovano ora in quel Paese, abbia la possibilità di condurre un'inchiesta accurata, obiettiva e imparziale sul campo" circa l'uso di armi vietate. Secondo quanto riferisce il comunicato, Kerry ha promesso di valutare attentamente le argomentazioni opposte dell'interlocutore. 

    CECCHINI SUGLI ISPETTORI ONU - Gli ispettori delle Nazioni Unite, inviati in Siria per verificare l'uso di armi chimiche, avevano in programma per oggi la visita ai sobborghi di Damasco che, in base a video diffusi la scorsa settimana dall'opposizione, erano stati colpiti da un attacco chimico che aveva causato circa 1.300 vittime. Secondo Martin Nesirky, capo portavoce del segretario generale Ban Ki-moon, "ignoti franchi tiratori hanno deliberatamente aperto il fuoco a più riprese all'indirizzo del primo veicolo della Squadra Investigativa Onu sulle Armi Chimiche nell'area della zona-cuscinetto", alle porte della capitale. Nesirky non ha specificato dove sia avenuto l'attacco, né da quale punto siano partiti i colpi, ma ha riferito che la vettura colpita, che faceva parte di un convoglio di sei, è stata messa "fuori uso". Gli ispettori sono comunque "tornati indietro incolumi fino al posto di blocco governativo", ha sottolineato Nesirky: una volta "rimpiazzata l'auto" danneggiata, riprenderanno il loro percorso. "Va messo ancora una volta in evidenza", ha ammonito il portavoce, "che tutte le parti in causa debbono offrire la propria collaborazione, in modo che la Squadra sia in grado di svolgere in suo importante lavoro in condizioni di sicurezza". 

    LA SMENTITA DELLA CASA BIANCA - Le agenzie riportano che fonti della Casa Bianca, seppure sotto la copertura dell'anonimato, si sarebbero affrettate a smentire le indiscrezioni riferite dalla stampa britannica secondo cui Stati Uniti e Gran Bretagna si appresterebbero a unire le forze per sferrare "a giorni" un attacco contro il regime siriano, accusato di aver fatto uso di armamenti chimici. "Il presidente Barack Obama non ha preso alcuna decisione di passare all'azione sul piano militare", hanno tagliato corto le fonti presidenziali riservate da Washington.

     

    *crisi siriana sta generando più grande esercito di al Qaida nella storia e mese dopo mese si rafforza. La morte di Bin Laden ormai conta 0

    — Daniele Raineri (@DanieleRaineri) August 26, 2013

    *stesso rafforzamento vale per il consorzio Assad-Hezbollah-Iran-Mosca (che è l'emergenza che spinge Israele a bombardare a mesi alterni)

    — Daniele Raineri (@DanieleRaineri) August 26, 2013

    * un ribelle in Siria mi ha detto: "L'America VUOLE che ci massacriamo a lungo". Ora Luttwak lo scrive in un editoriale sul New York Times

    — Daniele Raineri (@DanieleRaineri) August 26, 2013