
L'America è pronta ad attaccare la Siria
"Non ripeteremo l'errore dell'Iraq": lo ha detto, a proposito di un possibile intervento militare in Siria, il Segretario di Stato Usa, John Kerry, nel corso di una conferenza stampa trasmessa dai media americani. ''Il lavoro dell'intelligence è stato molto accurato, sappiamo che reparti del regime hanno ricevuto l'ordine di attacco, sappiamo dove i razzi sono stati sganciati e – ha aggiunto Kerry – ci sono delle informazioni che possiamo divulgare e altre no''.
Ferraresi I “falchi umanitari” sussurrano a Obama (e ai giornali) ma il Congresso chiede una strategia - Raineri Coalition of the unwilling
"Non ripeteremo l'errore dell'Iraq": lo ha detto, a proposito di un possibile intervento militare in Siria, il Segretario di Stato Usa, John Kerry, nel corso di una conferenza stampa trasmessa dai media americani. ''Il lavoro dell'intelligence è stato molto accurato, sappiamo che reparti del regime hanno ricevuto l'ordine di attacco, sappiamo dove i razzi sono stati sganciati e – ha aggiunto Kerry – ci sono delle informazioni che possiamo divulgare e altre no''.
L'attacco lealista con missili al gas nervino del 21 agosto scorso alla periferia est di Damasco ha provocato la morte di almeno 1.429 persone, tra cui come minimo 426 bambini, ha proseguito Kerry, citando la stima fatta dall'intelligence Usa sulla base delle informazioni raccolte. Si tratta di un numero di vittime persino superiore a quello indicato da ribelli e forze di opposizione, che avevano parlato di oltre 1.300 persone uccise.
Tra gli elementi raccolti dall'intelligence americana sul presunto attacco chimico lealista del 21 agosto scorso c'è anche l'intercettazione di un gerarca del regime siriano, il quale confermò quanto accaduto alla periferia est di Damasco il 21 agosto scorso, ha spiegato Kerry, aggiungendo che l'alto esponente governativo era preoccupato che gli ispettori delle Nazioni Unite potessero ottenere le prove di tale attacco. Il regime di Assad ha cercato piu' volte di distruggere le prove dell'uso di armi chimiche, ha aggiunto ancora il segretario di stato. L'intelligence Usa ha una "elevata certezza" del fatto che l'attacco con armi chimiche sia stato fatto servendosi di un agente nervino. Kerry ha aggiunto che i missili impiegati nella circostanza furono lanciati esclusivamente da siti controllati dalle forze fedeli al regime.
"Sappiamo – ha proseguito Kerry – che il regime di Assad ha il più grande programma di armi chimiche dell'intero Medio Oriente, sappiamo che ha usato queste armi diverse volte quest'anno, su piccola scala, contro il proprio popolo, anche in luoghi non lontani dall'attacco di mercoledi' scorso". "Sappiamo che il regime voleva far piazza pulita dell'opposizione".
"Leggetelo da soli", ha aggiunto, alludendo al rapporto che il governo americano ha reso disponibile a tutti. "Prove che provengono da migliaia di fonti, prove che sono già pubblicamente disponibili". Kerry ha precisato che la versione divulgata pubblicamente del rapporto non contiene tutti i dati, ma esclude alcune informazioni che restano secretate per motivi di sicurezza delle fonti e che sono quindi state comunicate esclusivamente ai membri del Congresso e ai responsabili politici coinvolti nelle decisioni.
''Qualsiasi cosa facciamo, o non facciamo, avrà conseguenze sulla nostra sicurezza nazionale. Dobbiamo tutti valutare i rischi anche del non fare nulla'. Sono in gioco la credibilità e la sicurezza degli Stati Uniti", ha proseguito Kerry, aggiungendo che i futuri sviluppi non riguardano solo la Siria, ma anche l'Iran e suoi alleati Hezbollah. "L'Iran potrebbe imbaldanzirsi a procurarsi armi nucleari se non interveniamo per fermare Damasco".
''Dopo dieci anni di guerra l'America è stanca della guerra. Anch'io. Ma abbiamo le nostre responsabilità nei confronti del mondo. Aiutare le vittime civili in Siria riguarda la nostra sicurezza nazionale. Ma anche indica chi siamo, i nostri valori, cosa sono gli Stati Uniti, la nostra credibilità nel mondo. Ogni decisione che il presidente Obama assumera' sulla Siria, non somiglierà a quelle sull'Iraq e Afghanistan e neanche a quelle sulla Libia, ha detto il segretario di Stato Usa John Kerry, sottolineando che non ci saranno soldati americani schierati sul campo.
Kerry ha poi fatto riferimento indiretto a chi chiede di conoscere prima il rapporto degli ispettori dell'Onu in Siria: "Non c'è nulla che gli Stati Uniti già non sappiano di quanto gli ispettori dell'Onu posano rendere noto a proposito del supposto attacco chimico".
A questo punto, ha fatto intendere il segretario di Stato, gli Stati Uniti procederanno, con la certezza di non essere da soli a volere agire, e citando tra i paesi "amici" la Francia, "il nostro più antico alleato". In Siria gli Stati Uniti ''agiranno secondo i propri tempi e in corrispondenza dei propri interessi'', ha spiegato Kerry.
Ferraresi I “falchi umanitari” sussurrano a Obama (e ai giornali) ma il Congresso chiede una strategia - Raineri Coalition of the unwilling


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
