Abenomics-Letta 1-0

Redazione

Non so chi abbia coniato questa espressione, ma chiamano la mia politica economica “Abenomics”. Ecco, esito un po’ a chiamarla con il mio nome, ma permettetemi di usare questa espressione lo stesso. L’Abenomics è costituita da tre frecce. La prima è quella di una politica monetaria audace. La seconda è costituita da una politica fiscale flessibile. La terza freccia continuerà a incentivare gli investimenti privati.

di Shinzo Abe

    Pubblichiamo il discorso integrale che il primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, al governo di Tokyo da poco più di un anno, ha pronunciato mercoledì scorso all’annuale Forum economico di Davos

    Non so chi abbia coniato questa espressione, ma chiamano la mia politica economica “Abenomics”. Ecco, esito un po’ a chiamarla con il mio nome, ma permettetemi di usare questa espressione lo stesso. L’Abenomics è costituita da tre frecce. La prima è quella di una politica monetaria audace. La seconda è costituita da una politica fiscale flessibile. La terza freccia continuerà a incentivare gli investimenti privati.
    L’economia giapponese si sta concentrando soprattutto sul tentativo di liberarsi dalla deflazione cronica. Durante la prossima primavera i salari aumenteranno. I salari più alti, aumento atteso da tempo, porteranno a un amento dei consumi. Anche la nostra situazione fiscale subisce un costante miglioramento. Il Giappone è ormai pronto per il consolidamento fiscale.
    Gli esperti dicevano continuamente che il Giappone era al suo crepuscolo, un paese al tramonto. Dicevano che per un paese maturo come il Giappone la crescita sarebbe stata impossibile. E questi argomenti potevano sembrare quasi legittimi. Sapete in quali condizioni fosse l’anima del Giappone subito prima che io diventassi primo ministro. Adesso è difficile sentire dagli esperti certe dichiarazioni. Il nostro tasso di crescita è cambiato radicalmente, da negativo a positivo. Tra sei anni Tokyo ospiterà le Olimpiadi e le Paralimpiadi. La gente oggi è stimolata e più ottimista. Non è un tramonto, ma una nuova alba che sta arrivando in Giappone.

    Cos’è impossibile per il Giappone?
    Devo dirvi, signori e signore, che lo scorso anno abbiamo deciso di portare avanti alcune importanti riforme. Non penso più che certe riforme qui non si possano fare. Liberalizzeremo completamente il mercato elettrico giapponese. Quando gli atleti si sfideranno alle Olimpiadi di Tokyo nel 2020, anche il mercato elettrico giapponese sarà competitivo, sia per la produzione di energia sia per la vendita, e separeremo il mercato della produzione d’energia da quello della distribuzione. Per molto tempo si è detto che una riforma simile in Giappone sarebbe stata impossibile.
    Incoraggeremo il sistema sanitario tanto quanto l’industria. Il Giappone è all’avanguardia nel campo della medicina rigenerativa. Renderemo possibile generare le cellule anche ai laboratori privati. Per molto tempo si è detto che una riforma simile in Giappone sarebbe stata impossibile.
    Stiamo anche provvedendo al sistema di “regolazione della produzione del riso”. Quello attuale è un sistema in vigore da più di quarant’anni. Le imprese private in futuro potranno entrare nel settore agricolo senza ostacoli e produrre ciò che vogliono, senza un controllo artificiale tra domanda e offerta. Per molto tempo si è detto che una riforma simile in Giappone sarebbe stata impossibile. Nonostante tutto, lo scorso autunno abbiamo deciso che l’avremmo fatta.
    Ieri mattina ho dato istruzioni aggiuntive per riformare il sistema sanitario, perché abbiamo bisogno anche di grandi aziende sanitarie nella forma di holding, come la Mayo Clinic, ad esempio. Ho detto di essere disposto ad agire come la punta del trapano, abbastanza forte da forare la dura roccia degli interessi consolidati.
    Ben presto il nostro pacchetto di liberalizzazioni sarà operativo. In alcune aree designate, sotto il mio controllo, ci sarà un taglio drastico della burocrazia. E proprio lì, nei prossimi due anni, nessun interesse sarà immune dal mio trapano. Nelle città che desiderano entrare a far parte del mondo moderno, i limiti diventeranno una questione del passato. Il cielo sarà il limite.
    Vedremo presto un’edilizia di qualità, complessi industriali, e città a emissioni zero, una dopo l’altra.
    Il Trans Pacific Partnership, o Tpp, resterà un pilastro centrale della mia politica economica. Spingeremo anche per un accordo economico tra Europa e Giappone. Questi accordi porteranno l’economia giapponese a essere completamente integrata nel mercato globale delle conoscenze, degli scambi commerciali e degli investimenti. Le aziende e gli imprenditori di tutto il mondo vedranno il Giappone come il posto più business-friendly del mondo.
    Sarà un ottimo affare anche cambiare la gestione dei fondi pubblici giapponesi. Il fondo d’investimento per le pensioni del nostro governo è ora di circa 1.200 miliardi di dollari. Accelereremo riforme lungimiranti, fra le quali anche la rivalutazione di questa disponibilità economica. Il fondo pensionistico contribuirà agli investimenti che portano alla crescita. Dobbiamo rendere il sistema fiscale competitivo per le imprese anche a livello internazionale. Ridurremo il tasso d’imposta sulle società del 2,4 per cento a partire dal prossimo aprile. Incoraggeremo le aziende a usare i ricavi per gli investimenti, per la ricerca e lo sviluppo, per aumentare i salari dei dipendenti. Per permettere questo, gli incentivi fiscali saranno completamente diversi da prima. Quest’anno studieremo ulteriori riforme delle imposte sul reddito delle società.

    Riavviare un paese intero
    Riformeremo il mercato del lavoro che costringe i lavoratori a un vecchio sistema di imprese. Le industrie del futuro richiedono innovazione e creatività nel campo delle risorse umane. Riorienteremo i nostri sussidi verso gli attuali disoccupati che erano indispensabili nel vecchio sistema ma che dovranno passare a un moderno sistema di lavoro. Il Giappone sta diventando una società di anziani, e il numero dei figli è ancora in calo. Ci si dovrebbe chiedere: “In un paese come questo come farete a trovare innovazione e creatività?”. Arianna Huffington una volta ha detto che se Lehman Brothers fosse stato Lehman “brothers and sisters”, l’impresa sarebbe sopravvissuta. La cultura aziendale giapponese è, al contrario, solo in giacca e cravatta. La forza-lavoro femminile nel nostro paese è la risorsa più sottoutilizzata. Il Giappone deve diventare il luogo dove le donne eccellono. Entro il 2020 faremo in modo che il 30 per cento dei posti di lavoro siano occupati da donne. Per avere un cospicuo numero di donne protagoniste del mercato avremo bisogno di diversificate condizioni di lavoro. Il sostegno dei lavoratori stranieri sarà necessario come aiuto nelle faccende domestiche e per la cura degli anziani. Il pil del Giappone potrebbe crescere del 16 per cento se le donne partecipassero al mercato del lavoro tanto quanto gli uomini. Questo è ciò che mi ha detto Hillary Clinton, che mi ha incoraggiato. Un’altra cosa di cui abbiamo bisogno è un impulso ai cambiamenti importanti, soprattutto nei consigli di amministrazione. Proporremo nella prossima sessione parlamentare delle modifiche al diritto societario. Con tali cambiamenti aumenteranno gli amministratori esterni delle società. Il mese prossimo proporremo anche un codice di stewardship, di strategia di gestione responsabile. Sarà più facile così, per gli investitori istituzionali, avere un ruolo maggiore nella gestione delle società. Con tutte queste riforme sono sicuro che entro il 2020 i nostri investimenti interni raddoppieranno. Tutto questo serve per riavviare l’intero paese. Il panorama economico giapponese cambierà radicalmente.

    Lo tsunami e i sopravvissuti
    L’11 marzo del 2011, la parte nord-orientale del Giappone è stata colpita da un triplice disastro, il terremoto, lo tsunami e il collasso di una centrale nucleare. Sono passati tre anni. L’amore e la compassione che abbiamo ricevuto dal mondo intero ci hanno toccato profondamente. Il recupero delle zone colpite dal disastro è tutt’altro che finito. Io sono la persona maggiormente responsabile per il futuro dei sopravvissuti. E sono stati i sopravvissuti ad aiutarsi l’un l’altro, con forza e determinazione, cercando di superare ogni difficoltà. Il loro spirito ha commosso la gente di tutto il mondo.

    Contributo alla pace
    E’ con lo stesso spirito di mutua assistenza che il Giappone vuole oggi trasformarsi in una nazione che contribuisce ancora più attivamente alla pace mondiale. In Cambogia l’ospedale giapponese costruito per le madri e per i neonati ha contribuito a ridurre il tasso di mortalità infantile del paese. Nelle Filippine, dopo il devastante tifone, l’attività di soccorso da parte delle Forze di autodifesa giapponesi è stata accolta con commozione. Gli uomini e le donne in servizio a Gibuti combattono la pirateria, proteggendo le navi di tutto il mondo. In questa epoca, nessuna nazione da sola può mantenere la pace da sola. Nessuno di noi da solo può combattere le sfide che il mondo ci mette davanti senza aiutarci l’un l’altro. Un nuovo Giappone sta sventolando la bandiera di un attivo contributo alla pace. Voglio che sappiate che potete contare su di noi.

    Protezione dei mari asiatici
    L’Asia è diventata uno dei centri della crescita del pianeta. Il Giappone è circondato da vicini con possibilità illimitate, come la Cina, la Corea del sud, le nazioni Asean, l’India e la Russia, e oltre il Pacifico i paesi alleati del Tpp. Mi chiedo spesso come potremo raggiungere la pace e la prosperità in questa regione, che presto sarà il motore trainante dell’economia mondiale, e renderla eterna. La base per la prosperità deriva dalla libera circolazione delle persone e delle merci. Sulle rotte marittime, nello spazio aereo e, di recente nello spazio e nel cyberspazio, bisogna assicurare la libertà di movimento. L’unico modo per mantenere questi valori pubblici sicuri e pacifici è rispettare rigorosamente il diritto internazionale. Solo così i valori fondamentali come la libertà, i diritti umani e la democrazia potranno essere assicurati. Non c’è alternativa. Se la pace e la stabilità dell’Asia fossero turbate, le conseguenze sarebbero enormi per il mondo intero. I vantaggi della crescita asiatica non devono essere sprecati nell’espansione militare. Dobbiamo usare quei ricavi per investire in innovazione e in capitali umani, perché saranno gli incentivi per una ulteriore crescita della regione. E’ la fiducia, non la tensione, a essere fondamentale per la pace e la prosperità in Asia e nel resto del mondo. E la fiducia può essere raggiunta solo attraverso il dialogo e uno stato di diritto, e non con la forza o la coercizione.
    Ecco, al fine di trasformare l’Asia in una regione di fiducia e ordine, e non di forza e coercizione, vorrei concludere con un appello rivolto all’Asia stessa, e al mondo. Dobbiamo, onorevoli colleghi, frenare l’espansione militare asiatica, che potrebbe prima o poi sfuggire di mano e diventare incontrollata. I bilanci militari dovrebbero essere trasparenti, e dovrebbero esserci delle comunicazioni pubbliche in una forma che possa essere verificata. Dobbiamo creare un sistema di gestione delle crisi, nonché un canale di comunicazione tra le nostre Forze armate. Dobbiamo stabilire norme che promuovano azioni in base al diritto internazionale marittimo. Solo allora, credo, potremo vivere davvero la crescita e la prosperità in Asia, solo allora tutti noi potremo esprimere il nostro potenziale. Il Giappone ha giurato che non avrebbe mai più condotto una guerra. Non abbiamo mai smesso e continuiamo a sperare che il mondo sia in pace. E’ la mia speranza che, attraverso l’Abenomics, noi possiamo creare un Giappone stimolante che possa portare la pace e la prosperità nella nostra regione e nel mondo. Molte grazie.

    di Shinzo Abe