Un ruolo di necessaria supplenza
Nel calderone di Carige, in cui sono tutti ladri seriali o addirittura matti, ci sono finiti pure i magistrati. Beato chi si stupisce. La procura di Torino ne ha indagati tre per rivelazione di segreti d’ufficio...
Nel calderone di Carige, in cui sono tutti ladri seriali o addirittura matti, ci sono finiti pure i magistrati. Beato chi si stupisce. La procura di Torino ne ha indagati tre per rivelazione di segreti d’ufficio nell’inchiesta genovese sulle talpe che avrebbero tenuto informato il gran capo di Carige, Giovanni Berneschi, ora al gabbio per truffe e riciclaggi. Nomi non di secondo piano: alla Spezia il viceprocuratore Maurizio Caporuscio e il magistrato del lavoro Pasqualina Fortunato, a Savona il procuratore Francantonio Granero. Tutti innocenti, fino a sentenza definitiva. L’onda anomala del Mose ha travolto con cifre a molti zeri Vittorio Giuseppone, magistrato della Corte dei conti che dava una mano ad accelerare le pratiche. E’ triste pensare che vi siano personaggi che hanno scelto la carriera solo per trarne benefici personali. Uomo senza dubbio scevro da venalità, il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati s’è appena preso una lavata di capo dal Csm per il suo modo diciamo personalizzato di distribuire inchieste e fascicoli. Nel frattempo al tribunale di Milano sembra di stare a Mosul, travolti da una guerra per bande di tutti contro tutti. Dunque diciamo ciò che va detto. E’ ora che la politica, sostenuta dalla società civile, prenda coraggio e inizi a esercitare con vigore una necessaria opera di supplenza nei confronti di un potere giudiziario debordato, largamente corrotto e delegittimato da faide e mancanza di trasparenza. E già che ci siamo, mettiamo qualche politico puro, onesto e capace, a capo del Tar, e siano i parlamentari a controllare i conti ballerini della Corte dei conti. Vent’anni di repubblica dei tribunali hanno lasciato macerie. Ci vuole un po’ di pulizia.
Il Foglio sportivo - in corpore sano