Manuel Valls is not for turning
Il premier francese resiste, il suo è il “momento Thatcher” dicono sostenitori e detrattori assieme, per i primi è una magia, per i secondi un orrore.
Il premier francese Valls resiste, il suo è il “momento Thatcher” dicono sostenitori e detrattori assieme, per i primi è una magia, per i secondi un orrore. I sindacati della Sncf sono al decimo giorno di sciopero contro la riforma del sistema ferroviario, ma Valls non fa passi indietro, è uno sciopero “inutile e irresponsabile”, ha detto, e la riforma andrà avanti senza rinvii. A fare passi indietro semmai sono gli scioperanti: aveva aderito il 20 per cento dei lavoratori, nei primi giorni, ora l’adesione è dimezzata, e il traffico dei treni è leggermente migliorato. I francesi sono esasperati e non capiscono più le ragioni degli scioperanti: i pendolari delle banlieues sono stremati e inferociti, come dicono nelle interviste tv, per non parlare dei maturandi che hanno già le loro ansie, ci mancava solo non aver la certezza di arrivare all’esame in tempo. Così la riforma che deve ridurre il debito del settore e aprirlo alla concorrenza con la la revisione dei contratti collettivi è destinata ad andare avanti. Nel governo ci sono malumori, il presidente Hollande difende la linea dura, ma hanno iniziato a circolare le voci delle dimissioni del ministro dell’Economia, quel Montebourg che difende sempre i lavoratori e mai l’efficienza. Più che voci erano minacce: Valls sa che deve tener buono Montebourg, in quanto gli garantisce la copertura in quella fronda del Partito socialista che sta già tramando di votare contro il suo budget a fine mese. Per ora le voci sono state smentite, e basta un treno in più che ricomincia a viaggiare con regolarità per convincere Valls che sta facendo bene.
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