La Corte dei Conti

Corte dei conti: "La corruzione attecchisce ovunque"

Redazione

Monito del procuratore generale Mottola: "Spending review non migliora l'economia".

"La corruzione può attecchire dovunque: nessun organismo e nessuna Istituzione si possono ritenersene indenni o al riparo e quindi esenti da obblighi di vigilanza". Lo afferma il procuratore generale aggiunto presso la Corte dei conti Salvatore Nottola nella requisitoria sul giudizio sul Rendiconto generale dello stato, sottolineando che "nessuna Istituzione che abbia competenze pubbliche può ritenersi scevra da responsabilità di fronte al suo dilagare". "Inoltre", ha proseguito Nottola, " Per un efficace contrasto alla corruzione si deve considerare che i contesti in cui essa ha occasione di svilupparsi sono i più vari, non si limitano al mondo degli appalti né all'aspetto della illecita dazione di denaro o di benefici: essa trova facile terreno nell'evasione fiscale e nell'economia sommersa ed è un mezzo congeniale agli ambienti criminali. Insomma, ha concluso Nottola, "il suo terreno di coltura è la illegalità in tutte le sue forme".

 

Sui conti pubblici e sull'effetto delle manovre fionanziarie, il procuratore ha ammonito il governo sui loro limiti: "Gli aspetti complessivamente positivi del quadro finanziario, dovuti alle rigorose manovre di correzione dei conti pubblici e ai ripetuti e diffusi interventi di riduzione della spesa, non trovano riscontro in un apprezzabile e stabile miglioramento sul versante dell'economia, come la Banca d'Italia ha recentemente rilevato", ha sottolineato Mottola, notando però che "tutto ciò non è ineluttabile". Precisando che non spetta alla Corte dei Conti dare indicazioni di politica economica, Nottola rileva che "è possibile dai dati di bilancio individuare e indicare ai decisori politici quali aspetti della politica finanziaria incidono sulla crescita e sullo sviluppo". E' possibile, per esempio, "rilevare che mentre la produzione industriale si contrae di un quarto e perde un milione di occupati", in alcuni settori, come l'istruzione (cultura, ricerca, lavoro) e l'ambiente, "l'impegno dello Stato non è proporzionato  
alla loro importanza strategica".

 

Di più su questi argomenti: