Bravo Dibba, che tifa con Cicchitto
La normalizzazione dei grillini passa anche da una serata al Cairo.
Non si può che apprezzare l’evoluzione politica di Alessandro Di Battista, deputato del Movimento cinque stelle, che ora si destreggia con discrezione nella realpolitik e tra le sponde del mare Mediterraneo. Mercoledì era in Egitto in missione con la commissione Affari esteri della Camera e ha incontrato il presidente egiziano, l’ex generale Abdel Fattah al Sisi. La sera prima ha guardato la partita tra Italia e Uruguay, ospite della residenza dell’ambasciatore italiano in Egitto, assieme con l’onorevole Fabrizio Cicchitto, che della commissione Esteri è presidente, l’onorevole Mario di Napoli e altri colleghi. Meritato momento di svago, in una sera di fine giugno al Cairo. Che cambiamento esaltante rispetto a gennaio, quando diceva di sé e dei grillini: “Noi siamo la nuova resistenza”, e si intestava la parte del partigiano che avrebbe liberato l’Italia dalla peste, nera o rossa che sia, e che (a favor di telecamera) non avrebbe sprecato occasione per mostrare agli italiani che razza di canaglia inavvicinabile sono i nostri politici. Che cambiamento da agosto 2013, quando condivise su internet queste parole sul governo dei militari egiziani dopo la repressione nelle strade contro i Fratelli musulmani: “Chi ha ordinato la strage va processato da organismi internazionali come è avvenuto in Serbia. Il governo dei militari va disconosciuto senza alcun distinguo. Nuove elezioni vanno indette al più presto. Per l’occidente la democrazia è un concetto relativo, che si applica caso per caso, quando gli conviene. Per i militari egiziani non si applica. La polveriera Egitto rischia di travolgere ogni equilibrio in Medio Oriente e in tutto il Mediterraneo mentre l’Italia fa da comparsa. Il ruolo che le riesce meglio”.
In fondo, la comparsata di Beppe Grillo da Bruno Vespa non fu un segno vero di normalizzazione, fu compiuta nel clima surreale della conclusione della campagna elettorale. Una partita vista con Cicchitto e una foto ricordo con il generale Sisi, per cui meno di un anno fa chiedeva un processo davanti a una corte internazionale, sono pietre miliari sulla strada della normalità. Fra sei mesi, ci aspettiamo di vederlo in visita al Pentagono con Massimo D’Alema.
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