Cdr della galera

Redazione

E così volevate fare i giornalisti? I guardiani della democrazia per mezzo della libertà di stampa? Bella impresa, ma che contemplerebbe, tra i suoi doveri morali, anche la difesa della dignità di tutti, persino dei carcerati.

    E così volevate fare i giornalisti? I guardiani della democrazia per mezzo della libertà di stampa? Bella impresa, ma che contemplerebbe, tra i suoi doveri  morali, anche la difesa della dignità di tutti, persino dei carcerati. E invece, come il soviet giudiziario di Rubasciov, siete finiti sul lato del tavolo dove siedono i torturatori. C’è un detenuto, condannato, in prigione. Si chiama Marcello Dell’Utri, ma anche al cdr del Corriere della Sera dovrebbero sapere che questo non è il reato. E non è un reato nemmeno essere suoi amici. Il detenuto, del resto, non ha chiesto la lima per segare le sbarre, ha chiesto di avere più di due libri per volta da leggere. Il pane e l’acqua. I suoi amici hanno pagato una pagina di pubblicità per sostenere la richiesta di pane e acqua. Anche i giornalisti del Corriere, nonostante il vizietto giustizialista e il cdr che li rappresenta, dovrebbero sapere che non è un reato. E invece, il comitato di redazione del Corriere della Sera “ritiene molto grave la scelta compiuta dalla direzione di accettare passivamente un’intera pagina pubblicitaria acquistata dagli amici di Marcello Dell’Utri”. Perché “a giudizio del Comitato di redazione sarebbe stato più opportuno rifiutare la pagina pubblicitaria”. Ed è “comunque inaccettabile che la direzione del Corriere della Sera abbia deciso di pubblicare un testo simile senza sentire quantomeno il bisogno di prenderne le distanze”. Si prende forse la distanza dalla pubblicità delle merendine perché fanno ingrassare? Tartufi. “Un imbarazzante precedente”, per il cdr: “Da oggi, ci chiediamo, come il Corriere potrà rifiutare analoghe richieste degli amici di altri condannati per mafia”. L’esito finale del manettarismo, cui tanto anche il giornale di Via Solferino ha purtroppo contribuito, non è l’ordalia purificatrice sognata dai soloni che siedono nei cdr. L’esito finale è questa sua versione vigliacca e meschina. Accomodatevi, signori giornalisti che avete paura del contagio degli amici di un detenuto, voi sì avete costituito un precedente: oltre a vietargli i libri, perché non chiedete di vietargli anche le visite dei parenti? Volevate essere i guardiani della libertà, siete finiti a fare i secondini della galera.