L'ex presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy (Foto Ap)

Sarkozy è in stato di fermo per l'affaire intercettazioni

Redazione

I reati ipotizzati sono concussione e violazione del segreto istruttorio. E' la prima volta per un ex capo di stato francese. I fatti risalgono al 2007.

L'ex presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, è stato interrogato stamane dalla polizia e messo in stato di fermo. L'interrogatorio è in corso, i reati ipotizzati sono concussione e violazione del segreto istruttorio, almeno da quanto riportato dell'agenzia l'Agence France Presse citando fonti di polizia.

 

L'ex premier è al centro di un'inchiesta giudiziaria che si occupa di intercettazioni e violazione del segreto istruttorio. Sarkozy era arrivato stamane presso l'ufficio centrale di lotta contro la corruzione e le infrazioni finanziarie e fiscali della polizia giudiziaria di Nanterre per essere interrogato.

 

Sarkò sarà tenuto sotto regime di 'garde a vue', una misura assolutamente inedita contro un ex inquilino dell'Eliseo. Gli inquirenti possono trattenere Sarkozy per 24 ore, con la possibilità eventuale di estendere il fermo per un'altra giornata. L'ìobbiettivo è capire se l'ex capo di Stato e il suo entourage crearono una 'rete' di informatori per essere aggiornati sull'evoluzione dei processi giudiziari che minacciavano Sarko', nell'epoca in cui fu capo di Stato tra il 2007 e il 2012.

 

Dal 26 febbraio Sarkozy è coinvolto in un'indagine giudiziaria per  traffico di influenze e violazione del segreto istruttorio. Ieri, tre persone, tra cui l'avvocato di Sarkozy, sospettate di aver aiutato l'ex presidente a ottenere informazioni legate al dossier Bettencourt, erano state messe in stato di fermo.

 

La vicenda di Sarkozy ha inizio con le intercettazioni dei suoi telefoni nell'ambito di un'inchiesta su un eventuale finanziamento illecito libico della sua campagna per le presidenziali del 2007. Nel corso delle conversazioni con il suo avvocato, gli inquirenti lo sospettano di voler ottenere informazioni che riguardano il caso Bettencourt, che riguarda il presunto ruolo dell'ex capo di stato nell'ottenere fondi neri dall'ereditiera per la sua campagna del 2007 e rispetto al quale Sarkozy sarà poi scagionato. Nel quadro dell'inchiesta avviata il 26 febbraio, vengono perquisiti i domicili e gli uffici dell'avvocato di Sarkozy, Thierry Herzog, e dell'alto magistrato della corte di cassazione Gilbert Azibert. Secondo quanto rivela 'Le Monde' l'ex presidente e il suo avvocato sono sospettati di aver sollecitato Azibert per avere notizie sulla procedura Bettencourt in Corte di Cassazione. In cambio il magistrato avrebbe chiesto il sostegno dell'ex capo dello stato alla sua candidatura ad un incarico di prestigio.

 

La vicenda ha sin da subito causato dure reazioni politiche: centinaia di avvocati hanno denunciato una minaccia del segreto professionale mentre il ministro della Giustizia Christiane Taubira assicurava di essere stata messa a conoscenza delle
intercettazioni tra Sarkozy e il suo avvocato solo dalla stampa. François Fillon chiedeva la creazione di una commissione di inchiesta parlamentare e il presidente del'Ump, Jean-François Copé, voleva sapere se il presidente Francois Hollande "fosse o meno al corrente". Secondo il Canard Enchaîné, l'allora ministro dell'Interno Manuel Valls e quello della Giustizia avevano dal 26 febbraio informazioni sulle intercettazioni. Intanto, l'ex premier Jean-Marc Ayrault aveva riconosciuto che l'esecutivo era a conoscenza della loro esistenza, ma non del loro contenuto. E stata allora Taubira ad affermare di non conoscere "data, durata e contenuto" delle intercettazioni di cui era stata informata il 28 febbraio; il ministro ha anche dichiarato di non aver detto nulla al presidente Hollande, limitandosi a informarne il primo ministro. Thierry Herzog ha allora annunciato un'azione legale per violazione del segreto istruttorio. E' così che Sarkozy è escito dal suo silenzio, denunciando su Le Figaro che "alcuni principi della Repubblica sono stati calpestati" e facendo riferimento a metodi da Stasi. "Ogni paragone con delle dittature è chiaramente insopportabile", gli aveva risposto il presidente Francois Hollande. Poi, gli ultimi sviluppi: il fermo di Herzog e dei due alti magistrati Gilbert Azibert e Patrick Sassoust ieri. Quello di Sarkozy oggi, la prima volta di un ex capo di stato.

 

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