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Matteo Renzi (Foto La Presse)
Giustizia, dare una mano
Il premier può farcela, Forza Italia abbia memoria di sé e si svegli.
Matteo Renzi, che nessuno potrà mai accusare di conflitto d’interessi, può riuscire dove il Cav. ha fallito: riformare la Giustizia. Ma solo mantenendo lucidità, concretezza di obiettivi e determinazione si può sperare di farcela. E Forza Italia, anziché tacere, o storcere il naso come fa l’ex ministro della Giustizia Nitto Palma, dovrebbe farsi parte attiva in questa battaglia di tutte le battaglie. Il presidente del Consiglio si è reso conto che la giustizia italiana non funziona, né quella civile né quella penale, che è finita in un cul de sac, è lenta e dunque ingiusta, che la magistratura è – per citare un’illustre vittima – “incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l’immunità piena”. E il fatto che un politico come Renzi, così attento e sensibile agli orientamenti dell’opinione pubblica, prenda queste posizioni, sostenendo la necessità d’introdurre anche la responsabilità civile per i magistrati, è significativo. Anche se non sarà facile passare dalle parole ai fatti: nella politica italiana non mancano persone capaci di farsi coraggiose, ma quanto agli atti, è un altro discorso. E’ possibile costruire un sistema che garantisca la terzietà del giudice? Com’è possibile responsabilizzare il pm? Sono i dubbi di Renzi e del ministro Orlando. L’arcaica soluzione italiana che affidava a una corporazione priva di reali controlli il funzionamento del sistema giudiziario è comunque arrivata al capolinea. E non da oggi. E’ un sistema illiberale, tipico di uno stato come quello italiano prima elitario, poi fascista, poi consociativo e talvolta tecnocratico, nel quale i poteri non confliggono tra loro e il cittadino non è garantito da tale conflitto né dai ricambi che ne conseguono, e in cui invece i poteri si accordano alle spalle della società. Dopo aver a lungo cavalcato il giustizialismo, che li aveva sbarazzati di tanti concorrenti politici del passato e combatteva con armi improprie i presenti, la sinistra italiana, con Renzi, sembra rendersi conto che quella politica non paga (e forse non serve) più. L’antica operazione Di Pietro che doveva suggellare quell’alleanza è finita com’è finita: nel più polveroso ripostiglio della storia politica. Adesso si può cambiare verso. Ma Forza Italia si ricordi da dove viene, e dia una mano.
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