Si continua a combattere. Hamas rifiuta la proposta egiziana di cessate il fuoco

Nessuna tregua, i combattimenti continueranno. L'Egitto aveva proposto ieri un cessate il fuoco, mediando tra Israele e Hamas per una soluzione che facesse finire il lancio di missili da Gaza e i raid aerei israeliani. Il gruppo terroristico palestinese però – secondo varie fonti – al momento avrebbe rifiutato, dopo il "sì" di Gerusalemme. Le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, infatti, tramite una nota pubblicata sul loro sito web, hanno detto di non aver ricevuto il testo dell'accordo, precisando tuttavia che, stando agli stralci pubblicati dai media, accettarlo sarebbe un "atto di sottomissione". "La nostra battaglia contro il nemico si intensificherà".

A nulla sono valse quindi gli appelli del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon che aveva auspicato ieri "misure immediate per porre fine ai combattimenti", e quelli di Hollande che aveva invece sottolineato come Israele abbia certamente "il diritto alla sua sicurezza. Può difendersi se è attaccato. Ma allo stesso tempo deve mostrare moderazione".

Il conflitto continuerà quindi nonostante la decisione del gabinetto di sicurezza nazionale e del premier israeliano Benjamin Netanyahu di accettare la proposta egiziana di cessate il fuoco. Nel governo israeliano, i leader dei due partiti della destra nazionalista, il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman di Yisrael Beitenou, e quello dell'Economia Naftali Bennett di Focolare Ebraico. La proposta egiziana, accolta con favore tra gli altri dall'amministrazione Obama, avrebbe previsto la cessazione delle ostilità aeree, marittime o terrestri a partire dalle 8 italiane di oggi e la disponibilità ad accogliere, entro 48 ore, delegazioni di alto livello israeliane e palestinesi per aprire i negoziati. Ma così non sarà. Alcuni razzi sono già stati sparati da Gaza. Si continuerà a combattere.