Caso Ruby: Silvio Berlusconi assolto in appello
Il tribunale d'appello di Milano ribalta la sentenza di primo grado e assolve Berlusconi da tutte le accuse. La concussione "non sussiste". Cade anche l'accusa di sfruttamento della prostituzione minorile: "Il fatto non costituisce reato".
La Corte d'Appello ha assolto con formula piena Silvio Berlusconi al processo Ruby nel quale il Cav. era imputato per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile. In primo grado venne condannato a 7 anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. I magistrati della seconda sezione penale, presieduta da Enrico Tranfa, hanno invece ribaltato la sentenza, assolvedo l'ex premier sia dal reato di concussione in quanto "il fatto non sussiste", sia da quello di prostituzione minorile in quanto "non costituisce reato". Le motivazioni sono attese entro 90 giorni.
"Una sentenza oltre le più rosee previsioni". Così il professor Franco Coppi, difensore dell'ex premier, ha commentato l'assoluzione del Cav. "Questo processo non poteva che concludersi con un assoluzione piena. Se dovessi fare una lezione all'universita' porterei questo processo come esempio di una condotta che non costituisce reato". L'avvocato del Cav. ha poi sottolineato che "sentirsi prima accusare e poi condannare a sette anni di reclusione per una telefonata di tre secondi e per fatti che non sono accaduti, proverebbe chiunque, anche la persona più corazzata".
L'ex presidente del Consiglio ha atteso la sententa all'istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, estrema periferia di Milano. Alla struttura specializzata per l'assistenza ai malati anziani di Alzheimer, Berlusconi svolge l'affidamento in prova ai servizi sociali, come stabilito dalla sentenza di condanna del processo Mediaset.
Il Foglio sportivo - in corpore sano