Tasse e tabacco, ecco di cosa parla l'ultimo libro del guru dei supply-sider
“Handbook of Tobacco Taxation: Theory and Practice", è il titolo dell'ultimo pamphlet di Arthur Laffer. L’economista statunitense, già consigliere del presidente repubblicano Ronald Reagan (in carica dal 1981 al 1989) e autore della famosa e omonima “curva” che si è conquistata un posto nei manuali di macroeconomia, ha presentato il volume a Londra la scorsa settimana.
Londra. “Handbook of Tobacco Taxation: Theory and Practice", è il titolo dell'ultimo pamphlet di Arthur Laffer. L’economista statunitense, già consigliere del presidente repubblicano Ronald Reagan (in carica dal 1981 al 1989) e autore della famosa e omonima “curva” che si è conquistata un posto nei manuali di macroeconomia, ha presentato il volume a Londra la scorsa settimana. Un progetto di ricerca finanziato da Philip Morris International, come ha spiegato lo stesso Laffer ai giornalisti presenti: “Da non fumatore la cui madre è morta di cancro dopo aver fumato per una vita intera – ha detto – potrei non sembrare un naturale sostenitore dei fumatori. In effetti sono ostile verso le sigarette e l’atto di fumare in sé. Ma i miei sentimenti personali non sospendono di certo le leggi dell’economia”. Dal volume – che esce tra l’altro nei giorni del maxi risarcimento da 23,6 miliardi di dollari imposto al colosso del tabacco Rj Reynolds da una corte della Florida, a favore della moglie di un ex fumatore scomparso – non emerge “una ricetta univoca” per affrontare la questione in tutti i paesi.
Piuttosto Laffer, riconoscendo il duplice obiettivo della tassazione sul tabacco (gettito fiscale e salute pubblica), e dimostrando come anche in questo settore un semplice inasprimento fiscale non generi sempre gli effetti attesi (anche dai salutisti), ha invitato a un approccio fiscale pragmatico e non meramente punitivo: che tenendo conto di come funzionano incentivi e domanda rispetto al prodotto, eviti soprattutto di alimentare il mercato nero.
Il volume, nella forma di un manuale vero e proprio, analizza anche il caso europeo e italiano, con le statistiche più aggiornate. Le direttive comunitarie impongono che la tassazione si divida tra un’accisa fissa sulle quantità (specifica) e una componente proporzionale ai prezzi (ad-valorem). L’Italia, tra tutti gli stati membri, è quello con le accise fisse minori e la componente proporzionale maggiore. Una “relazione pericolosa”, secondo Laffer.
Un aspetto che si sta tentando di correggere anche in sede di delega fiscale, che è in via d’approvazione da parte del Parlamento. Per tassare di più le quantità e meno i prezzi, senza aumentare l’imposta. Questo pure alla luce degli ultimi dati in arrivo dal ministero dell’Economia: nel 2013, per la prima volta da anni, il gettito fiscale dei tabacchi – tra crisi dei consumi ed effetto dell’inasprimento dell’Iva – è diminuito di quasi il 5 per cento. Per le casse dello stato, questo calo equivale a un mancato introito di circa 550 milioni di euro. Per un comparto che, tra accise e Iva, ha generato nel 2012 il 3,3 per cento delle entrate complessive dello stato, pari a 14,2 miliardi di euro.
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