La sudanese Meriam è atterrata in Italia

Redazione

Era stata condannata a morte per apostasia.

    Meriam Yahia Ibrahim Isha, la donna condannata a morte in Sudan per apostasia e poi liberata, è atterrata a Roma alle 9,30 all'aeroporto romano di Ciampino a bordo di un volo della Presidenza del Consiglio. Con lei c'è il vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli, che da tempo segue la vicenda della giovane sudanese. L'Italia è riuscita a vincere questa campagna mondiale per la scarcerazione grazie anche alla mobilitazione di gran parte del mondo occidentale che chiedeva la grazia.

     

    La ventisettenne africana era stata arrestata a febbraio, processata e condannata a morte per impiccagione. Secondo il giudice infatti Meriam era colpevole di aver abbandonato la fede, in quanto il padre era musulmano e per di più si era sposata con un cristiano in un matrimonio che non è considerato valido dalla “sharia”.

     

    Al tempo dell'arresto  la donna era incinta di una bambina che venne alla luce a maggio dentro la cella carcere dove la donna scontava la pena assieme all'altro figlio, Martin, di due anni.