L'America propone una tregua a Gaza. Hamas pronta ad accettare, ma a certe condizioni
John Kerry chiede un cessate il fuoco umanitario per 5 giorni. Pronto un tavolo di mediazione assieme a Onu e Ue.
Non c'è ancora aria di distensione, ma un passo avanti verso il cessate il fuoco c'è stato. Il segretario di stato americano, John Kerry, ha offerto una nuova proposta di tregua ad Israele e Hamas. Kerry, che lascerà il Cairo nel pomeriggio per tornare a Washington, vorrebbe si arrivasse a un cessate-il-fuoco temporaneo, a partire dalla mezzanotte di domenica - scrive il quotidiano israeliano Haaretz - durante il quale l'esercito israeliano rimarrebbe all'interno della Striscia di Gaza, per continuare a localizzare e distruggere i tunnel. Durante il cessate il fuoco, Israele e Hamas dovrebbero sedersi a un tavolo negoziale per definire un'ipotesi di intesa più ampia, con la mediazione dell'Egitto. Al tavolo parteciperebbe anche l'Autorità palestinese. America, Onu e Ue farebbero da garanti per le parti in modo che tutti vedano riconosciuti i propri interessi: per Israele, il disarmo di Hamas e lo smantellamento dei tunnel; per il movimento islamista, la fine del blocco di Gaza.
Sia Israele sia Hamas hanno deciso di prendersi qualche ora per decidere. Secondo il quotidiano palestinese al-Hayat Hamas è disposta, in via di principio, ad accettare il cessate il fuoco umanitario proposto dal segretario di stato americano, ma solo a patto che Israele accetti alcune condizioni, come il rilascio dei prigionieri palestinesi e l'allargamento dell'area di pesca davanti le coste di Gaza. Anche il premier Nethanyau non sarebbe contrario, riporta il quotidiano Haaretz, come già era avvenuto per la proposta di cessate il fuoco fatta la settimana scorsa dal governo egiziano e rigettata da Hamas.
Ieri in Cisgiordania una manifestazione di 10 mila palestinesi provenienti da Ramallah si è scontrata con l’esercito israeliano, tra i manifestanti ci sono stati due morti, più di duecento i feriti. Ci sono stati scontri anche a Gerusalemme, e la polizia israeliana ha vietato agli uomini sotto i 50 anni di visitare la moschea di Al Aqsa. La Leadership religiosa della Cisgiordania ha definito venerdì come “giorno della rabbia” e Israele ora teme l’apertura di un secondo fronte, a più di due settimane dall’inizio degli scontri con Hamas nella Striscia di Gaza.
Intanto a Gaza l'esercito israeliano avanza e sta raggiungendo gli obiettivi che si era prefissato, ovvero eliminare la minaccia jihaidista dai territori palestinesi. All'alba le forze di Difesa dello Stato ebraico, sono riuscite a fare irruzione all'interno dell'abitazione di Salah Abu Hasnin, portavoce nonché membro del consiglio militare supremo della Jihad Islamica, e lo hanno ucciso. Questo dopo aver individuato e distrutto tre tunnel di accesso al territorio israeliano. Sale infine a 800 il numero dei morti nella striscia di Gaza, dopo i 119 solo nella giornata di ieri, secondo quanto riferisce l'emittente televisiva al Jazeera.
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