Matteo Renzi e Giorgio Napolitano (foto LaPresse)

Sceneggiate golpiste e idee elettorali

Redazione

Bloccare le riforme, rischiare le urne. A chi conviene e a chi no.

Il clima politico di mezza estate si è incendiato nelle Aule parlamentari, nella più generale indifferenza di cittadini che non si sognano nemmeno di dar credito a chi accusa il prudentissimo Giorgio Napolitano di capeggiare nientemeno che un colpo di stato. Le esasperazioni verbali e le sceneggiate d’Aula non dovrebbero perseguire altri fini che quello di recuperare visibilità, ma nella confusione che regna nella politica italiana non si può mai dire. Se le varie pulsioni distruttive entrassero in risonanza si potrebbe determinare, forse al di là della stessa volontà degli apprendisti stregoni che l’hanno avviata, una reazione a catena che arriverebbe allo scioglimento anticipato delle Camere (o di una di esse). In realtà sembra che non convenga a nessuno, nemmeno al vincitore annunciato, cioè a Matteo Renzi, che rischierebbe, votando con le regole stabilite dalla Corte costituzionale, di trovarsi senza maggioranza autosufficiente alla Camera. Ma se il processo riformatore si bloccasse definitivamente, mentre l’economia ritorna a stagnare, converrebbe al premier tesaurizzare il consenso finché c’è.

 

Anche al centrodestra, che non sembra in grado di riorganizzare una coalizione competitiva, le elezioni non convengono, ma al contempo il proporzionale lo porterebbe a ottenere molti seggi, pur senza stringere alleanze preventive. E quasi certamente i seggi non premierebbero i piccoli partiti della diaspora. A guardare bene, insomma, la prospettiva elettorale non è così improbabile come sembra. La minaccia di Renzi, di fatto convalidata da Napolitano, di andare al voto se si determinasse una paralisi del processo riformista acquista così efficacia soprattutto nei confronti di formazioni come Sel o delle frazioni riluttanti del Partito democratico (e per ragioni diverse anche per la Lega). I grillini o quel che ne resta potrebbero alla fine restare soli a praticare davvero l’ostruzionismo, che a quel punto sarà più agevolmente debellato. Sempre che prevalga la ragione e l’interesse di ciascuno, ma la stagione non esclude i colpi di sole.