Tra Hamas e Israele tregua di 12 ore
Oggi vertice diplomatico a Parigi per un cessate il fuoco duraturo. Continua la caccia ai tunnel palestinesi.
Dopo 19 giorni di conflitto e 883 vittime palestinesi, Israele e Hamas hanno trovato l'accordo per una tregua di 12 ore per prestare soccorsi umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza mentre proseguono i tentativi diplomatici per un cessate il fuoco di più lunga durata. Si tratta di una semplice pausa temporanea durante la quale le forze di sicurezza israeliane che si trovano a Gaza continuano comunque a individuare e distruggere i tunnel costruiti dai palestinesi. Subito dopo l'inizio della tregua centinaia di persone si sono riversate nelle strade per constatare i danni riportati dalle proprie abitazioni, prelevare denaro e procurarsi cibo e acqua. Prima del cessate il fuoco, fonti di Gaza hanno riferito che altre 5 persone sono state uccise per i raid israeliani mentre il lancio di razzi da parte di Hamas, intercettati dal sistema anti-missilistico "Iron Dome", è proseguito. A Tel Aviv le sirene di allarme hanno suonato più volte ma non sono stati riportati danni o vittime.
Oggi riprenderanno gli sforzi internazionali per raggiungere una tregua più duratura e a Parigi è prevista una riunione tra i principali attori coinvolti nella crisi israelo-palestinese: Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Italia, Turchia, Qatar e Unione europea parteciperanno all'incontro. Nel frattempo, il segretario di Stato americano John Kerry, pur ammettendo che Israele aveva rifiutato nella giornata di ieri una proposta per una tregua duratura, si è detto ottimista sulla reale possibilità di un'intesa e ha parlato di "importanti passi avanti compiuti". Mentre Hamas vuole la fine del blocco imposto alla Striscia di Gaza, Israele esige di continuare le proprie operazioni di terra per individuare e distruggere i tunnel. Solidarietà nei confronti dei palestinesi si è manifestata nelle altre maggiori città dei Territori, da Nablous a Ramallah, dove migliaia di manifestanti sono scesi in strada per protestare contro l'aggressione israeliana.
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