4 per cento, propulsione americana
L’economia ha subito un inverno di freddo scontento, ma va.
L’America s’è scongelata. Il pil americano torna a crescere agli stessi ritmi – sostenuti – di un anno fa: più quattro per cento nel secondo trimestre di quest’anno. Alla faccia dei declinisti che ravvisavano nella contrazione dei primi tre mesi un principio di debolezza. L’inverno rigido aveva sì contribuito all’arretramento ma, visti i dati pubblicati ieri dal dipartimento del Commercio di Washington, si trattava soltanto di una pausa forzata in quello che s’avvia a essere il quinto anno consecutivo di crescita in Usa.
L’incremento dei consumi e degli investimenti è stato il motore del rimbalzo, dicono gli analisti. Quanto basta per prevedere “bel tempo” pure per i prossimi mesi, grazie in particolare a un mercato del lavoro in sostenuto miglioramento: in luglio sono stati creati 218 mila nuovi posti, al di sopra della media annuale. Passata la gelata, dunque, ci sono ragioni serie per essere ottimisti sulla ripresa americana e attendere quella “rivoluzione pro crescita” ipotizzata da Arthur Laffer. Nota sgradevole per l’Europa: la Fed avrà un (altro) incentivo a proseguire il tapering, disinnesco di liquidità.
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