Uscì De Bortoli con à plomb
Via dal Corsera tra 9 mesi. Dall’anticasta all’antirenzi. Che farà Rcs?
Felpato e razionale come nello stile dell’uomo, l’addio di Ferruccio De Bortoli al Corriere della Sera annunciato ieri dal cda di Rcs MediaGroup avverrà il 30 aprile 2105, ad approvazione del bilancio 2014. Uscita felpata, ma con vena di rammarico: “Ho sperato che ci fosse la possibilità di un nuovo inizio”. In un’intervista recente al Foglio aveva detto: “Diciamo che il Corriere ha molti azionisti, ma non ha un editore”. Buona sintesi in una battuta, ma alla fine nello scontro di azionisti-non editori De Bortoli ci si è trovato, ci ha vissuto.
La sua è stata, negli ultimi anni, la direzione del declino storico del bazolismo, ruolo non comodissimo, avendo in Bazoli il massimo mentore. Ha retto il timone facendo buon viso allo scontro all’arma bianca, e agli stracci, tra gli Elkann e Della Valle, con Mr. Tod’s uscito a pezzi, per ora, ma anche con gli Elkann a dover ormai rendere conto al nuovo capo vero, Sergio Marchionne, del perché di una presenza editoriale in cui c’è molto da rivedere.
E’ stato il direttore del Corriere rigorista e montiano, tranne scaricarlo presto, ma soprattutto della bufala anticastale con i suoi ricaschi e miasmi, e l’eterna attesa di quella Grande Borghesia, mai pervenuta, che doveva cambiare l’Italia. Ora dirige un Corriere antirenziano, critico e sospettoso del premier ambizioso e di poco à plomb. Chissà se nei nove mesi che restano terrà la barra così, o preparerà l’arrivo di un direttore renzista. E, nel caso, sarà anche marchionnista (come De Bortoli non è mai stato) visto i petardi di Della Valle?
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