Sulle riforme il Senato procede a tempi record
Niente indennità ai senatori. Quelli nominati dal Quirinale saranno in carica per 7 anni. M5s e Lega si tirano fuori dal dibattito. I grillini: "E' una legge porcata".
L'Aula del Senato ha approvato in tempi 'record' gli articoli della Carta modificati dal disegno di legge sulle riforme contituzionali. In meno di un'ora sono stati approvate disposizioni di legge chiave nell'ambito del più articolato "ddl Boschi". L'obiettivo è quello di chiudere entro il termine massimo dell'8 agosto. L'articolo 3 prevede che il Presidente della Repubblica potrà nominare 5 senatori scegliendo tra "i cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica sette anni e non possono essere nuovamente nominati". Inoltre, si stabilisce la durata della Camera dei deputati che resterà in carica per 5 anni.
L'Articolo 4 riguarda i titoli di ammissione dei componenti del Senato delle Autonomie. Via libera anche agli articoli 5 e 6 del ddl riforme. Il primo modifica l'articolo 63 della Costituzione prevedendo che "il regolamento stabilisce in quali casi l'elezione o la nomina alle cariche negli organi del Senato della Repubblica possono essere limitate in ragione dell'esercizio di funzioni di governo regionali e locali". L'articolo 6 del ddl modifica invece l'articolo 63 della Costituzione, coordinando le previsioni sul regolamento della Camera con la struttura del nuovo bicameralismo e prevedendo che i regolamenti di entrambi i rami del Parlamento debbano garantire "i diritti delle minoranze parlamentari".
Con l'approvazione da parte dell'Aula di palazzo Madama all'articolo 9 del testo del ddl riforme costituzionali, i futuri nuovi senatori non percepiranno più alcuna indennità. L'articolo 9 del ddl, infatti, modifica l'articolo 69 della Costituzione, che nella nuova formulazione prevede che l'indennita' "stabilita dalla legge" spetti ai componenti della sola Camera dei deputati.
La discussione del disegno di legge è stata tuttavia boicottata dai grillini. "Il Movimento 5 stelle conferma che questa legge porcata di riforma non merita la nostra presenza e partecipazione in Aula", ha ffermato il capogruppo pentastellato al Senato, Vito Petrocelli. Il Movimento 5 Stelle prosegue quindi con l'Aventino. Anche la Lega Nord si è tirata fuori dal dibattito in Aula. L'incontro tra la delegazione del partito e il ministro Boschi per trovare l'intesa sulla discussione degli emendamenti si è concluso con un nulla di fatto.
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