Scatta la tregua di 72 ore a Gaza. Israele ritira le proprie truppe
Raggiunto un accordo con la mediazione dell'Egitto. Le forze di terra di Tsahal spostate i posizioni difensive fuori dalla Striscia.
Israele e Hamas hanno trovato l'accordo per un cessate il fuoco di 72 ore a partire da oggi. L'intesa è stata raggiunta con la mediazione dell'Egitto e la tregua è scatta alle 7 del mattino. Il lancio di razzi da entrambi i fronti è continuato fino a pochi minuti prima del cessate il fuoco. Le forze di terra israeliane si sono ritirate da Gaza dopo che il portavoce di Tsahal aveva annunciato la fine delle operazioni di distruzione dei tunnel scavati da Hamas. Le truppe rimangono ora in posizioni difensive fuori dalla Striscia, ha confermato Peter Lerner, ricordando che Israele resta pronta a riprendere l'intervento armato se provocato. Si tratta del segnale di distensione più convincente dall'8 luglio scorso, quando l'operazione "Protective edge" era iniziata. Il bilancio delle vittime finora ammonta a 1,834 palestinesi e 64 soldati israeliani uccisi.
La tregua, comunque, resta al momento limitata alle 72 ore. "Non esiste intesa per un accordo più duraturo. Ma alla calma si risponderà con la calma", ha spiegato il ministro per gli Affari strategici israeliano Yuval Steinitz intervenendo alla radio. Hamas, tuttavia, ha dato il proprio assenso al cessate il fuoco tramite il portavoce Sami Abu Zuhri. Altri incontri sono attesi sempre al Cairo per raggiungere un'intesa di lungo periodo. Intanto, gli Stati Uniti, tramite il portavoce della Casa Bianca James Psaki, hanno mostrato soddisfazione per la tregua e hanno invitato Israele ed Hamas a "rispettarla nella sua interezza".
Restano tuttavia le distanze tra le due parti in conflitto in vista dei prossimi incontri per un cessate il fuoco di più ampio respiro. Se Israele chiede la totale demilitarizzazione della Striscia, Hamas esige la fine del blocco imposto e il rilascio di diversi prigionieri. L'altro punto essenziale per Israele era la distruzione dei tunnel di Gaza. Sebbene buona parte di questi siano stati messi fuori uso, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ammesso che altri potrebbero essere sfuggiti all'individuazione e che Israele potrebbe intervenire nuovamente per metterli fuori uso. La guerra, finora, oltre alla perdita di migliaia di vite umane, soprattutto civili, ha anche avuto effetti devastanti sull'economia già stagnante di Gaza e i danni causati dai bombardamenti ammontano a 6 miliardi di dollari. Dall'altra parte, Israele ha risentito del conflitto dal punto di vista turistico, con un forte calo nell'afflusso di viaggiatori.
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