Obama pensa all'intervento in Iraq per difendere le minoranze religiose
Lo afferma il New York Times. Al vaglio due ipotesi: fornire assistenza umanitaria ai fuggitivi o bombardamenti mirati contro lo Stato islamico.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama sta considerando l'ipotesi di inviare aiuti umanitari o di intervenire con bombardamenti mirati in Iraq per difendere le minoranze religiose minacciate dall'avanzata dello Stato islamico. Secondo il New York Times, che ha riportato la notizia, i soccorsi dovrebbero lenire la mancanza di acqua e cibo delle migliaia di persone che sono state costrette a fuggire sul monte Sinjar, vicino al confine con la Siria, per sottrarsi al massacro perpetrato dai jihadisti sunniti.
In un incontro tenuto alla Casa Bianca giovedì mattina con il Consiglio di sicurezza nazionale, Obama ha preso in considerazione anche eventuali bombardamenti mirati contro i combattenti islamici. "Potrebbe scatenarsi un disastro umanitario", ha riferito un funzionario al quotidiano americano. Una decisione dovrebbe essere presa a breve dal presidente.
Sebbene gli Stati Uniti abbiano deciso finora di non intervenire in Iraq e Siria, le persecuzioni contro le minoranze religiose da parte dei combattenti sunniti potrebbero far cambiare idea alla Casa Bianca. Secondo l'Unicef sarebbero già morti 40 bambini per il caldo e la mancanza di acqua mentre altre 40 mila persone sono accampate sulle montagne senza cibo, acqua e altri generi di prima necessità.
I combattenti sunnitti hanno conquistato oggi anche la diga di Mosul, la più grande del paese, avvicinandosi a Erbil, la capitale del governatorato curdo. I peshmerga, le truppe curde, sono in ritirata
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