Caccia stranieri bombardano Tripoli. Ma l'Italia nega il coinvolgimento
Prese di mira postazioni degli islamisti. Mistero sulla nazionalità degli aerei intervenuti. Parigi e Roma smentiscono.
La notte scorsa in Libia, due aerei militari non identificati hanno colpito due postazioni controllate dalle milizie islamiche di Misurata. Si tratta della base aerea di Mitiga e del campo militare di Wadi Rabia, a est di Tripoli. Gli obiettivi distrutti sono contesi tra i miliziani di Zintan, sostenitori del generale Khalifa Haftar, al comando di una vasta offensiva contro gli estremisti islamici, e i clan di Misurata.
Il comandante delle operazioni aeree delle forze di Haftar, generale Saqr Adam Geroushi, ha confermato il bombardamento notturno al quotidiano Libya Herald, aggiungendo che i due aerei hanno colpito anche un altro deposito di munizioni, a Sdada, tra Bani Walid e Sirte.
Geroushi, pur rivendicando la paternità degli attacchi, ha spiegato ai media libici che i caccia coinvolti non erano di Haftar e nemmeno della Nato, bensì “di un altro paese europeo” di cui non ha voluto rivelare il nome. I libici, secondo Geroushi, avrebbero fornito solo le coordinate per sferrare l’attacco. Si tratta di un’ipotesi avvalorata da ufficiali dell’aeronautica di Haftar sentiti da Libya Herald, secondo cui i bombardamenti sono stati sferrati con un alto livello di precisione. “E’ impossibile che degli aerei libici possano averlo fatto”, hanno commentato i militari, dato che le dotazioni attuali dell’aeronautica di Haftar (otto MiG e quattro Mi25, secondo lo stesso Geroushi), così come il basso livello di addestramento dei piloti, non permettono di condurre attacchi notturni di precisione.
I primi sospetti della stampa locale sono ricaduti su Francia e Italia. Tanto che l’ambasciatore in Libia, Buccino Grimaldi, ha dovuto smentire stamattina il coinvolgimento italiano nell’attacco con un’intervista rilasciata all’emittente Nabaa Tv. Grimaldi ha anche negato che qualsiasi altro paese europeo abbia preso parte al bombardamento.
Nel pomeriggio, sono giunte nuove dichiarazioni di Geroushi. In un attacco successivo a quelli di Mitiga e Wadi Rabia, un caccia modello Sukhoi 24, messo a disposizione da un paese straniero non meglio identificato dal generale, ha sorvolato Tripoli con l’obiettivo di “proteggere i civili”.
L’ipotesi più accreditata è che quelli coinvolti siano stati aerei dei paesi confinanti. I Sukhoi 24, di fabbricazione sovietica, sono ancora utilizzati dall’aviazione militare algerina, il cui possibile intervento in Libia era stato anticipato nei giorni scorsi dal quotidiano al Watan. Rappresentati dei servizi segreti di Algeria, Egitto e Tunisia si sarebbero incontrati, secondo il giornale algerino, una decina di giorni fa al Cairo per coordinare una risposta armata contro l’avanzata degli islamisti in Libia.
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