Il governo nega la trattativa con l'Ue: nessun piano "taglia debito"
Palazzo Chigi fa sapere che il parametro del 3 per cento sarà rispettato senza aumentare le tasse.
Nessuna trattativa con Bruxelles per 'ammorbidire' le richieste sui conti pubblici italiani, né nuove tasse all'orizzonte. Il governo conferma, nuovamente, che la linea non è cambiata. Del resto lo stesso Matteo Renzi l'aveva detto chiaro e tondo alla vigilia di Ferragosto: nessuna manovra correttiva, nessun aumento di tasse e tutto nel rispetto del fatidico parametro del 3 per cento.
Ma la pausa agostana non ha bloccato le voci, complici i dati Istat e le parole di Mario Draghi, ed oggi fonti di palazzo Chigi smentiscono le notizie che giungono dall'asse Roma-Bruxelles. "Non è in corso alcuna trattativa né pubblica né 'segreta' con l'Europa e neppure alcun piano taglia debito" spiegano dal governo. E a corollario aggiungono che "l'Italia farà la sua parte come più volte ribadito dal premier, rispettando il vincolo del 3 per cento".
Insomma, "non esiste un problema Italia in Europa: esiste un problema dell'Eurozona che l'Italia contribuirà ad affrontare". Perché se è vero che l'Italia piange, certo Bruxelles non ride, come dimostrano i dati dei conti pubblici francesi e tedeschi. Segno che il premier intende fare perno sul rischio crisi che sfiora tutti i paesi dell'Eurozona, compresa la locomotiva tedesca, per arrivare a una ridefinizione complessiva della valutazione dei conti dei singoli paesi. E molto probabilmente, più che qualche 'spicciolo' concesso come sconto all'Italia dalla attuale commissione guidata da Barroso con l'occhio severo di Olli Rehn, da Roma sperano di rinegoziare l'intera architettura dei conti pubblici europei con la nuova commissione, che si insedierà dopo, e non prima, il varo della legge di stabilità.
Ma per adesso il premier e' concentrato sui conti pubblici italiani. Una manovra di 16 miliardi di tagli alla spesa pubblica, grazie anche alla spending review è già stata messa in cantiere. Molti temono l'arrivo di nuove tasse, ma palazzo Chigi smentisce di nuovo: "l'Italia rispetterà il 3 per cento, e senza aumentare le tasse". La scommessa, infatti, è di riuscire a far ripartire l'economia con nuovi investimenti, soprattutto stranieri, nuove assunzioni, taglio della spesa pubblica e nuove infrastrutture. L'ennesima scure fiscale, ormai è chiaro a tutti, potrebbe solo deprimere ulteriormente i consumi già agonizzanti. Resta aperto il capitolo pensioni, a cui si sta lavorando al ministero dell'Economia, ma su quel fronte il
dibattito e' appena avviato.
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