La firma del contratto di Antonio Conte, nuovo ct della nazionale, alla presenza di Carlo Tavecchio (foto LaPresse)

Conte, l'attor giovine del vecchio burattinaio Tavecchio

Redazione

La conferenza stampa per presentare il nuovo allenatore della nazionale diventa il teatrino della "nuova" Federazione. Contratto firmato davanti alle telecamere, sponsor tecnico partner economico della scelta, pieni poteri al tecnico. A quando le riforme vere?

Due anni di contratto, lo sponsor tecnico della nazionale come partner economico, la firma in diretta tv, obiettivo vincere (ma va?), ma prima tocca qualificarsi all'Europeo in Francia. Conte da oggi è il nuovo tecnico della nazionale italiana, primo atto di Tavecchio alla presidenza della Federazione italiana Giuoco Calcio. "Non posso non dire di essere emozionato perché penso che oggi al mio posto ci vorrebbero essere tutti gli allenatori del mondo a rappresentare l'Italia che con il Brasile è tra le nazionali più importanti", le prime parole da ct, "abbiamo quattro stelle e questo da solo giustifica la mia emozione".

 

Il Tavecchio presidente lascia le gaffe nel cassetto e inaugura la sua presidenza calcistica, nel senso di calcio più o meno giocato, con un teatrino che prova a svecchiare l'immagine istituzionale di una Federazione che in questi anni si è dimostrata restia a qualsiasi cambiamento, sia a livello di gestione della nazionale, sia a livello di restaurazione del settore giovanile e professionistico. E allora via con le novità, anche se, al momento, solo di facciata. "E' un contratto innovativo e lo dico con grande soddisfazione: potrà intensificare il rapporto con lo sponsor tecnico e consentirà alla Federazione di avere delle risorse da investire su progetti particolari che riguarderanno i giovani. Una filosofia completamente nuova - spiega il direttore generale della Figc, Antonello Valentini, ai microfoni di Sky Sport - e niente scossoni per il bilancio federale, anzi c'e' qualche vantaggio in più. Conte sarà ct e coordinatore delle nazionali giovanili, il posto lasciato vacante da Arrigo Sacchi".

 

Pieni poteri a Conte quindi, quelli che cercava alla Juventus li troverà in azzurro: Deus ex machina delle sorti della Nazionale. Meritocrazia al primo posto. Sarà vero? "Balotelli? Sui singoli non entro nel merito, ma da oggi tutti i calciatori italiani sono da me convocabili, ma e' inevitabile che la convocazione bisogna meritarsela. Sono un allenatore che guarda tutto a 360 gradi, sia in campo ma soprattutto quello che accade fuori dal campo, la mia esperienza mi ha insegnato che solo gli uomini ti aiutano a superare le difficoltà. Se c'e' da scegliere tra un grande uomo e calciatore medio e un ottimo calciatore e uomo medio, io scelgo sempre il primo".

 

Intanto Tavecchio gongola contento per la scelta: "Abbiamo fatto il matrimonio. Devo dire che la prima telefonata che feci al nuovo ct della Nazionale non è finita con una impressione di assenso". Ma era Conte la prima scelta, l'unica presa davvero in considerazione. Tre scudetti di fila sono un pedigree non comune in Italia: "Non si poteva non insistere per ingaggiare uno dei tecnici più importanti d'Europa. La seconda e la terza telefonata hanno portato alla certezza che Conte avrebbe accettato". E allora via a abbracci, strette di mano, sorrisi pro stampa e televisioni e ottimi intenti per svecchiare il calcio italiano, per rimetterlo al centro di quello europeo. Non basterà Conte però. Ora è necessario calare il sipario sul teatrino, allontanarsi dalle telecamere e iniziare a ragionare seriamente su come rimettere al centro del campo il pallone. Quello vero.