Vladimir Putin (Foto Ap)

La Russia minaccia ritorsioni nel caso di nuove sanzioni

Redazione

Lo ha detto il portavoce del Cremlino Peskov. Putin, Poroshenko e Ashton si incontreranno il 26 agosto a Minsk. Trovati 15 morti dopo l'attacco a un bus di profughi avvenuto ieri.

La Russia sta lavorando a nuove misure di ritorsione da adottare se l'occidente deciderà altre sanzioni. Lo fa sapere il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. "Lavoriamo a diverse opzioni", spiega, "e abbiamo ripetutamente detto che la Russia non è per le sanzioni e non ha iniziato a farle. Ma nel caso che i nostri partner continuino con pratiche non costruttive e distruttive stiamo preparando nuove misure", ha spiegato Peskov.

 

Intanto, il Cremlino ha comunicato che il presidente russo Vladimir Putin si incontrerà il 26 agosto a Minsk, in Bielorussia, con il presidente ucraino Petro Poroshenko e delegati dell'Unione europea nell'ambito di un nuovo tentativo diplomatico per risolvere il conflitto in Ucraina. Mosca ha anche fatto sapere che nell'occasione sono previsti incontri bilaterali. Non è stato invece precisato se si terrà un incontro a due tra Putin e Poroshenko. Un portavoce della presidenza ucraina ha affermato che a rappresentare l'Ue ci sarà la responsabile della diplomazia, Catherine Ashton. All'incontro parteciperanno anche i presidenti di Kazakistan e Bielorussia, che fanno parte dell'Unione doganale guidata dalla Russia.

 

I negoziati per una soluzione della crisi ucraina "sono condotti in modo attivo, su vari livelli" e Mosca nutre un "cauto ottimismo", ha aggiunto il portavoce Peskov, in un'intervista alla radio KP. "E' una cosa buona, una circostanza confortante", ha aggiunto, senza però voler commentare il tipo di formato in cui proseguiranno i colloqui, partiti domenica sera a Berlino, dove i ministri degli Esteri russo e ucraino si sono incontrati alla presenza dei colleghi francese e tedesco.

 

I separatisti, nonostante le perdite subite, non rinunciano a dettare le condizioni di un possibile cessate il fuoco. I negoziati devono avvenire su un "piano di completa parità" e dopo il riconoscimento dell'indipendenza della Repubblica popolare di Donetsk, ha sottolineato il suo premier autoproclamato, il russo Aleksandr Zakharchenko. "Bisogna riconoscere lo Stato costituito - ha detto - non è già più possibile chiedere un qualche livello di autonomia".

 

Di recente, il ministro degli Esteri ucraino, Pavel Klimkin, aveva dettato le tre condizioni per il cessate il fuoco bilaterale nelle regioni dove da mesi imperversa il conflitto: la completa sicurezza della frontiera, la possibilità per gli osservatori Osce di monitorare la tregua ovunque e il rilascio di tutti i prigionieri. Ieri, il suo omologo russo, Serghei Lavrov, dopo i colloqui a quattro di Berlino, aveva però precisato che il cessate il fuoco "deve essere senza condizioni". E oggi Mosca fa sapere di nutrire "un cauto ottimismo" ma  poiché i negoziati "sono condotti in modo attivo, su vari livelli" e Mosca nutre un "cauto ottimismo".  Ma il portavoce di Putin, Valentin Peskov, ha precisato che è prematuro rispondere alla domanda su un possibile incontro tra i presidenti Vladimir Putin e Petro Poroshenko. "Colloqui di alto livello si terranno, dopo che verranno ben preparati", si è limitato a commentare.

 

Intanto, per parlare con il presidente ucraino a Kiev ci va Angela Merkel, capo di un governo tedesco il cui ruolo si è rivelato cruciale nel tenere insieme la fermezza verso Mosca da un lato e la ricerca di una soluzione diplomatica dall'altro. Merkel sarà nella capitale ucraina sabato prossimo e oltre a Porosohenko vedrà il primo ministro, Arseniy Yatsenyuk.

 

Sul campo, continua la battaglia casa per casa nell'est dell'Ucraina. "Un distretto di Lugansk è stato liberato e ora la battaglia è nelle strade del centro città", ha affermato il portavoce dell'esercito ucraino, Andriy Lysenko, che ha anche annunciato il ritrovamento di 15 cadaveri di civili del convoglio in fuga da Lugansk colpito ieri.

 

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