Renzi in Iraq: "L'Europa non volti le spalle ai massacri"
Il premier ha incontrato il primo ministro uscente Nuri al Maliki a Baghdad e il presidente del Kurdistan Barzani a Erbil: "Vinceremo insieme questa battaglia".
Il premier Matteo Renzi è arrivato in Iraq nella doppia veste di premier italiano e presidente di turno dell'Unione europea, all'indomani della decapitazione del giornalista americano James Foley. "L'Europa in questi giorni deve essere qui, altrimenti non è Europa, perché chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre". Renzi ha incontrato il primo ministro uscente Nuri al Maliki nel palazzo presidenziale dentro la zona verde. Il premier italiano ha espresso amicizia e vicinanza al governo e al popolo iracheno. C'è uno spirito di amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi, oggi è arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari, ha ricordato Renzi.
Il premier ha anche sottolineato come l'integrità della regione e dell'Iraq è fondamentale per la stabilità di tutta l'area. Al-Maliki si è rivolto a Renzi citando il proprio passo indietro dalla guida del governo come un atto dovuto. "Non dovete avere paura della democrazia in Iraq", ha affermato il premier uscente, "è una democrazia giovane, ma noi ci teniamo".
Renzi ha incontrato il premier iracheno incaricato al Abadi, riferiscono fonti governative, e ha confermato che "l'Europa deve essere nei posti come in Iraq dove la democrazia è messa in pericolo". Per Renzi "è importante l'individuazione di una strategia chiara per far uscire l'Iraq da una situazione di violenza".
Il premier ha sottolineato l'importanza della opportunità costituita dal nuovo governo guidato da al Abadi (che, nelle parole del primo ministro incaricato sarà di grande coalizione). Tra Renzi e al Abadi si è svolta una conversazione molto concentrata sui temi della sicurezza e della lotta al terrorismo, con riferimento anche all'assassinio del giornalista americano Foley.
"L'Europa non è solo spread e vincoli. E' nata per difendere una certa idea di mondo e di dignità dell'uomo. Ecco perché siamo qui oggi a Erbil. Così Matteo Renzi in un tweet inviato dall'aereo di Stato all'atterraggio nell'aeroporto di Erbil, seconda tappa della sua visita in Iraq.
"Questa battaglia noi la vinceremo, voi la vincerete", ha detto Renzi durante il suo incontro nel palazzo presidenziale con il Presidente del Kurdistan Massoud Barzani e il primo ministro, proprio mentre le Camere davano il via libera all'invio di armi ai curdi. "E' una battaglia, quella contro il terrorismo, che sta nel cuore stesso dell'Europa, non ai suoi confini. L'Europa sa bene da che parte stare, come ha dimostrato nel recente consiglio affari Esteri a Bruxelles. Barzani ha espresso grande preoccupazione per la tragedia umanitaria dei profughi. Il presidente curdo ha citato un dato: l'altro giorno hanno individuato 272 mine in soli 4 chilometri. Barzani ha quindi espresso gratitudine e grande riconoscimento al ruolo dell'Italia e dell'Europa: "Siete stati i primi", ha detto rivolto al premier italiano.
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