Obama mobilita gli Alleati contro lo Stato islamico
Lo rivela il Nyt. Imminenti le operazioni militari anche in Siria. L'Onu denuncia: "Assad ha usato le armi chimiche contro i ribelli". Il Foglio ne aveva parlato in esclusiva nel maggio scorso.
Gli Stati Uniti hanno iniziato a mobilitare i loro alleati in occidente e nella regione mediorientale nel caso di un'azione militare contro lo Stato islamico in Siria, mentre si preparano a un'estensione delle operazioni già in corso nel nord dell'Iraq contro i jihadisti dello Stato islamico. Lo rivelano al New York Times fonti dell'amministrazione americana, secondo cui il presidente Barack Obama sarebbe vicino alla decisione di autorizzare raid aerei e lanci di generi di prima necessità intorno alla città di Amerli, nel nord dell'Iraq, dove vive una numerosa minoranza turcomanna sotto assedio da due mesi.
Quanto alla Siria, il giornale scrive che la Casa Bianca ha avviato una campagna diplomatica per 'arruolare' alleati e paesi vicini della regione per accrescere il sostegno all'opposizione moderata siriana e, in alcuni casi, per appoggiare eventuali operazioni militari contro i jihadisti. I paesi che potrebbero essere coinvolti, elenca i il quotidiano americano, includono Australia, Gran Bretagna, Giordania, Qatar, Arabia Saudita, Turchia ed Emirati arabi uniti. In particolare, da Australia e Gran Bretagna, l'Amministrazione si aspetta che diano la loro disponibilità a partecipare ad una campagna aerea, mentre dalla Turchia le basi militari.
L'Onu accusa: Assad ha usato le armi chimiche contro i ribelli
Come dimostrato anche dal reportage di Daniele Raineri sul Foglio dello scorso maggio, l'Onu ha diffuso oggi il rapporto conclusivo condotto da commissione d'inchiesta indipendente circa gli attacchi chimici condotti dal regime di Bashar al Assad in Siria contro i ribelli. Le forze governative siriane, secondo l'ONU, hanno utilizzato armi chimiche contro i civili in otto occasioni nel mese di aprile. "Vi sono prove ragionevoli per credere che siano stati usati agenti chimici, come il cloro, (nel nord della Siria) nei villaggi di Kafr Zeita, al Tamana e Tal Minnis in 8 occasioni in un periodo di 10 giorni ad aprile", sottolinea la Commissione in un rapporto.
Nelle aree della Siria settentrionale controllate dallo Stato Islamico, è spiegato nel rapporto della commissione d'inchiesta, si assiste ogni venerdì a "esecuzioni, amputazioni, finte crocifissioni e fustigazioni nelle piazze". Secondo l'Onu, i combattenti del Califfato obbligano gli abitanti delle zone sotto il suo controllo, inclusi i bambini, a partecipare alle esecuzioni in pubblico che solitamente avvengono "tramite decapitazione o con un colpo di arma da fuoco alla testa". "Le esecuzioni negli spazi pubblici - prosegue il rapporto - sono diventate uno spettacolo abituale il venerdì a Raqqa e nelle aree controllate dai jihadisti nella provincia di Aleppo. I corpi delle vittime - precisa l'Onu - vengono tenuti in mostra per diversi giorni così da terrorizzare la popolazione".
Esecuzioni dei progionieri a Tabqa
I militanti dello Stato islamico hanno ucciso un numero non meglio quantificato di soldati siriani dell'esercito del presidente Bashar al Assad. I prigionieri erano stati catturati dopo la conquista della base militare di Tabqa, nella Siria occidentale, non lontana da Tabqa. Molti account Twitter e Facebook hanno diffuso le foto delle esecuzioni. Altri soldati del regime siriano sono invece stati risparmiati, ma restano sotto detenzione. La base di Tabqa è stata conquistata domenica scorsa dalle forze di Assad, al termine di un combattimento sanguinoso costato oltre 500 morti tra entrambi gli schieramenti.
In una foto compare il corpo senza vita di un pilota dell'esercito siriano che poco prima era stato ripreso dalle telecamere della televisione nazionale mentre spiegava con quanta facilità l'esercito di Damasco avrebbe difeso la base militare. Tra le foto compare anche un carro armato usato dallo Stato islamico per assaltare la caserma. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, durante la battaglia sono morti 346 militanti islamici oltre 170 soldati delle forze di Assad.
E' notizia di ieri che un uomo di nazionalità statunitense ucciso in Siria, Douglas McAuthur McCain, stava combattendo fra i ranghi di un gruppo militante, molto probabilmente lo Stato islamico. Secondo un funzionario statunitense citato dal quotidiano israeliano Haaretz, le prime indagini confermano che McCain si trovava nel paese mediorientale per combattere con il gruppo militante.
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