Il brutto risveglio di Telecom
La sfida è durata il tempo di una partita di calcio. E, come spesso accade di questi tempi, la squadra italiana esce battuta. Il cda di Vivendi ha infatti scelto di trattare in esclusiva con Telefonica la cessione di Gvt, la sua controllata brasiliana.
La sfida è durata il tempo di una partita di calcio. E, come spesso accade di questi tempi, la squadra italiana esce battuta. Il cda di Vivendi ha infatti scelto di trattare in esclusiva con Telefonica la cessione di Gvt, la sua controllata brasiliana. Il presidente Vincent Bolloré, secondo azionista di Mediobanca, ha congedato gli “amici italiani” riconoscendo a Telecom il merito di aver presentato un’offerta “pertinente e di qualità”. Ma di fronte all’assegno di 7,450 miliardi di César Alierta a nulla sono serviti gli intrecci dei salotti buoni, ormai non funzionano più. La Borsa, che un mese fa aveva salutato l’offerta di Telefonica con un brusco ribasso di Telecom, stavolta ha reagito in maniera opposta. Le ragioni? Forse la sensazione che, persa Gvt, la tlc italiana possa prendere in considerazione la cessione di Tim Brasil. Oppure, più facile, già si scommette sull’ennesimo riassetto.
Telefonica, che è ancora il primo azionista, non fa mistero di volere uscire in fretta da Telecom. Vivendi, che ha rinunciato allo scettro di primo socio – l’offerta italiana prevedeva il 20 per cento dell’ex monopolista –, si accontenterà di rilevare il pacchetto spagnolo assai più smilzo (l’8,3 per cento) dopo aver sottolineato che nel suo futuro vede “contenuti e media”, non le tlc. Insomma, Telecom ha perduto a Parigi il padrone di ieri, Telefonica, e non s’è assicurata un partner deciso a sostenere una strategia di crescita globale. Infatti tutto fa pensare che Bolloré potrebbe infine accontentarsi di una Telecom più locale, concentrata sull’Italia.
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