Draghi taglia il costo del denaro, ma avverte: "Necessarie riforme strutturali"
I mercati europei reagiscono positivamente alle parole del governatore della Bce: positive tutte le Borse. Cala lo spread, scende l'Euro.
La Banca centrale europea ha deciso, a sorpresa, un nuovo taglio ai tassi di interesse di dieci punti base. Il principale tasso di rifinanziamento passerà dunque dallo 0,15 per cento allo 0,05. Mario Draghi ha però sottolineato come queste decisioni non siano state prese all'unanimità, ma si sono rese necessarie visto "l'indebolimento della crescita nell'Eurozona". Unanime invece è la disponibilità di prendere in considerazione "ulteriori misure non convenzionali se sarà reso necessario da un periodo troppo prolungato di bassa inflazione". Cala di conseguenza anche il tasso sui depositi (passato dal -0,1 per cento al -0,2), grazie al quale il Governatore della Banca centrale europea spera in un aumento del denaro circolante in Europa, dato che alle banche costerà di più tenere i soldi bloccati all'Eurotower che investirli.
I livelli stabiliti oggi entreranno in vigore dal 10 settembre e attesteranno tutti i principali tassi ufficiali dell'area euro ai nuovi minimi storici. "Ora siamo al limite più basso, arrivati al quale non sono più possibili aggiustamenti tecnici", ha affermato Draghi, sottolineando come ora toccherà ai governi europei cercare di migliorare la situazione economica dell'Eurozona adottando "politiche fiscali più favorevoli alla crescita", portando finalmente a termine quelle riforme che "in alcuni paesi devono essere ancora varate e in altri implementate".
Draghi sprona i governi europei a intervenire attivamente alla ripresa per permettere la ripresa economica che sarà agevolata dal taglio del costo del denaro, decisione importante, ma non sufficiente a dare una scossa alla situazione. Ecco perché il governatore della Bce chiede prima riforme e poi discussioni: "Dal punto di vista del rafforzamento della fiducia, che manca in molti paesi, sarebbe molto meglio se prima ci fosse una seria discussione su riforme strutturali poi una discussione sulla flessibilità".
[**Video_box_2**]Il ritardo delle riforme dei paesi europei hanno inoltre portato lo staff di analisti della Bce ad abbassate le stime di crescita dell'Eurozona per il 2014 allo 0,9 per cento. Come segnalato da Mario Draghi sono state riviste al ribasso anche le previsioni per il 2015 a +1,6 per cento, mentre quelle per il 2016 sono state rialzate a +1,9 per cento.
Al peggioramento della situazione e al mancato rilancio dell'economia europea ha contribuito in modo non secondario l'inflazione che resterà bassa anche nei prossimi mesi, prima di risalire verso il target del 2per cento fissato dalla Bce nel 2015 e nel 2016. Il Consiglio direttivo della Bce ha così approvato un piano di acquisti di Abs e di covered bond che "avrà un impatto consistente, assieme alle Tltro" sul bilancio della Banca centrale e si concentrerà nei prossimi tempi sui rischi di ulteriore rallentamento dell'economia.
Il discorso di Mario Draghi ha già avuto i primi effetti positivi. I listini Ue infatti migliorano sensibilmente: Milano balza dell'1,6 per cento grazie anche alle banche, spinte da un report positivo di Exane che ne sottolinea la solidità in vista degli stress test Bce. La Borsa italiana fa così meglio di Parigi (+1,2 per cento), Francoforte (+0,5) e Londra (+0,4). Le borse salgono, l'euro scende ai ai minimi dal luglio 2013 infrangendo così al ribasso quota di 1,3 dollari (1,2995). Le mosse della Bce fanno calare sensibilmente anche lo spread tra Btp e Bund, portandolo a 142 punti. Il rendimento scende abbondantemente sotto il 2,4%, per la precisione al 2,38%.
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