Gli inconsolabili dell'autunno caldo
Quest’anno i sindacati non sono così uniti, gli studenti non si sa, gli intellettuali per ora latitano, e l’autunno caldo è diventato una chimera per irriducibili e nostalgici, ché l’avvento di Matteo Renzi ha scompaginato il tran-tran dell’agenda di lotta.
C’era una volta l’autunno nero da annunciare, vivere, coccolare sulle pagine di MicroMega: i sindacati si ringalluzzivano alle prime piogge, gli intellettuali non vedevano l’ora di unirsi alle tute blu, e tutto un coro di “prepariamoci” scandiva il countdown verso la giornata-chiave, quella in cui abbandonarsi al fascino del corteo “unitario” con studenti, pensionati, disoccupati, cassintegrati, professori e artisti arrabbiati contro i tagli alla cultura (anch’essi redivivi, come motivo d’indignazione, soprattutto dopo la pausa estiva). Il tutto nel periodo in cui nelle scuole, al primo cader di foglia, si ricominciava a occupare (della serie: ogni autunno ha la sua ondata di occupazioni, cambia solo il “nemico”).
Ma quest’anno i sindacati non sono così uniti, gli studenti non si sa, gli intellettuali per ora latitano, e l’autunno caldo è diventato una chimera per irriducibili e nostalgici, ché l’avvento di Matteo Renzi ha scompaginato il tran-tran dell’agenda di lotta: come farsi sentire, infatti, quando ci si è mostrati meno intransigenti con il premier per tutto l’ultimo trimestre (vedi Susanna Camusso)? Come farsi sentire senza perdere la palma di sindacalista “cool” che potrebbe benissimo parlare alla Leopolda, come ospite “diverso” ma non ostile (vedi Landini)? Ma qualcosa bisognava pur fare, ed ecco che Landini e Camusso se ne escono in contemporanea, ma sotto sotto in concorrenza, per il primato della piazza non più così gettonata: uno sceglie il 25 ottobre, l’altra annuncia una manifestazione entro il 10, ma l’imbarazzo resta. Come conciliare, infatti, la posizione attendista verso Renzi su cui, alla fine, entrambi i sindacalisti si erano attestati con l’esigenza di non mollare l’osso della lotta sul lavoro sul quale i vendoliani non fuoriusciti e gli oppositori di Renzi nel Pd si scaldano? E così ci si ritrova davanti a un strano tipo di sindacalista di lotta e di governo. Camusso dice che c’è “grande volontà di cambiamento nell’esecutivo”, ma anche “politiche in continuità con i governi precedenti”. Landini dice che Renzi è “un interlocutore attento”, ma che se non si “cambia verso” sulla politica industriale, tema su cui Landini aveva lanciato già proposte a Renzi prima dell’estate, la Fiom farà opposizione dura. E meno male che, come riserva d’autunno, c’è pur sempre la lotta anti riforma della Costituzione sulle pagine del Fatto.
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