Il Califfato di Grillo
Espulso “perché cattolico”. Andrea Aquilino è il destinatario di una diffida a usare il simbolo del Movimento (un’espulsione di fatto). Beppe Grillo mette sotto accusa “le attività di propaganda politica e sociale” svolte da Aquilino “in qualità di sedicente ‘portavoce’ e rappresentante degli attivisti cattolici del MoVimento 5 stelle”.
Espulso “perché cattolico”, così si è definito l’attivista ormai ex cinque stelle Andrea Aquilino, destinatario di una diffida a usare il simbolo del Movimento (un’espulsione di fatto), motivata, nella lettera del legale di Beppe Grillo, anche con una frase che mette sotto accusa “le attività di propaganda politica e sociale” svolte da Aquilino “in qualità di sedicente ‘portavoce’ e rappresentante degli attivisti cattolici del MoVimento 5 stelle”. L’ex grillino si è definito su Facebook “espulso a sua insaputa” per il “rifiuto di abiurare la propria fede cattolica e i princìpi di democrazia dal basso per abbracciare il ‘fondamentalismo a cinque stelle’”.
[**Video_box_2**]Il Fatto e Famiglia Cristiana hanno rilanciato il caso, alcuni attivisti hanno commentato su Facebook il tutto con la frase: “Se Beppe pensa di vincere senza i cattolici sarà una Caporetto”. Si capirà se il motivo reale della diffida è davvero la “militanza cattolica” di Aquilino oppure no (o non soltanto), ma il fatto che un ex attivista e candidato alle regionali per i Cinque stelle adduca il “reato” per così dire d’opinione per la sua messa a margine è già molto significativo: il Califfato di Grillo, inteso come pensiero unico imposto – a forza di proclami sul blog – a una moltitudine di militanti internettiani diversissimi per provenienza politica, sociale e culturale, viene ormai percepito come tale anche dagli stessi grillini, tanto più che la conformità alla linea che scende dal blog non riguarda più questioni anche risibili di note spese o il famoso “dialogo” con le altre forze politiche. Stavolta, e da un po’ di tempo, il M5s svela la sua natura di “movimento pot-pourri” che mal si adatta a una posizione unitaria su temi complessi (solo che poi sono poco gradite le prese di posizione autonome).
Sui cosiddetti “temi etici” i Cinque stelle eletti in Parlamento si sono spesso distinti anche plasticamente (con la famosa scena del bacio anti omofobia) per posizioni anche molto radicali a favore del matrimonio gay, del divorzio breve, del testamento biologico, del cambio di sesso. Gli attivisti non sempre condividono. E il Califfo-Grillo, già sconfessato da base e parlamentari sul reato di immigrazione clandestina, smentisce sempre più la sua prima regola: “Uno vale uno”.
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