Alfonso Pecoraro Scanio (foto LaPresse)

Libera zappa in libero stato

Redazione

Realtà chiama Expo: basta Spectre e sondaggi farlocchi sugli Ogm.

Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro della Repubblica e già leader dei fu Verdi italiani, negli ultimi giorni ha accantonato per un attimo la sua battaglia per il riconoscimento della pizza napoletana come “patrimonio mondiale dell’Unesco” ed è tornato a occuparsi di un vecchio pallino, gli Organismi geneticamente modificati (Ogm). E tutto perché un giornale blasonato e di sinistra come l’americano New Yorker si è permesso di dubitare delle doti taumaturgiche di Vandana Shiva, attivista indiana anti Ogm, dopodiché il Foglio – in buona compagnia – ha pensato che la stessa Shiva, in posizione di partner di grido dell’Expo 2015, non fosse il miglior biglietto da visita per l’appuntamento milanese dedicato a “nutrire il pianeta”.

 

Pecoraro Scanio parla a ragion veduta: se siamo l’unico paese europeo in cui nemmeno è consentita la ricerca scientifica sugli Ogm in campo aperto, lo dobbiamo a misure legislative come quelle da lui decise nel lontano 2001. Norme bocciate (con tanto di sentenza) dall’Unione europea, ma questo l’ex ministro dell’Agricoltura del premier europeista Giuliano Amato pare dimenticarlo. Pecoraro Scanio preferisce twittare un ragionamento raffinato: “Pro Ogm: scienziati incompetenti in agricoltura finanziati da BigPharma”. Raffinato come quei sondaggi riesumati per l’occasione da Coldiretti e da un’imparzialissima “Task force per una Italia libera da Ogm” che vorrebbero gli italiani sempre più contrari all’innovazione biotech in agricoltura. Matteo Renzi, in vista dell’Expo, farebbe meglio ad ascoltare le ragioni dell’agricoltore-rottamatore Giorgio Fidenato che ieri, sconfitte le norme dello stato in sede giudiziaria, è tornato a seminare mais Mon 810. Se ne gioverebbero i ricercatori rassegnati, gli agricoltori vessati e perfino il pil.

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