Sarkozy, la racaille est de retour
L’ex presidente francese torna in politica, c’è poco da festeggiare.
Nicolas Sarkozy è tornato, ora è ufficiale, l’ha scritto lui su Facebook, si candida alla presidenza dell’Ump, cioè vuole tornare all’Eliseo. Se ne parlava da tempo, con umori alterni, e Sarkozy stesso aveva annunciato, durante un’intervista in tv in cui si difendeva dagli attacchi dei giudici, che entro l’autunno avrebbe detto che cosa voleva fare della sua carriera politica. Ed eccolo qui, l’ex promessa di un solo giro all’Eliseo e di molte figure barbine, che approfitta del crollo di popolarità di Hollande (al 13 per cento) e dei guai prossimi venturi del governo Valls per (ri)vendersi come il salvatore della Francia. Se la storia si ripete sempre in farsa, diciamo che qui parte avvantaggiata. Prima di salvare la Francia, Sarkozy deve salvare se stesso, visto che le accuse che gli sono state rivolte gravitano tutte attorno al finanziamento dell’Ump – e per quanto tutto debba essere accertato, pare abbastanza chiaro che la campagna elettorale della vittoria sarkozista, nel 2007, sia costata molto di più di quanto fosse disponibile nelle casse del partito. Deve prima pensare anche a riunire l’Ump che ha vissuto gravi lotte interne e ancora non ha idee politiche chiare, ma in compenso ha tanti candidati di peso che vogliono farsi fuori l’un l’altro. Pure se dovesse vincere queste battaglie, resta che Sarkozy, come Hollande, non ha mantenuto le promesse riformatrici che lo avevano incoronato. La Francia barcolla e non ha bisogno di un candidato così.
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