Oltre 100 mila i curdi siriani in fuga in Turchia. L'appello del Pkk contro lo Stato islamico
I dati dell'esodo si riferiscono solo alle ultime 48 ore dopo l'apertura della frontiera. Il Partito dei lavoratori curdi: "Il giorno della gloria è arrivato. Proteggiamo il nostro popolo".
Non si arresta l'esodo dei curdi siriani in fuga dai jihadisti dello Stato islamico: secondo gli ultimi dati dell'agenzia Onu per i rifugiati, l'Unhcr, almeno in 100 mila hanno attraversato le frontiere nelle ultime 48 ore. Un dato, ha fatto sapere una portavoce dell'agenzia, Melissa Fleming, confermato anche dal governo turco, secondo cui sarebbero di più, circa 130 mila. E intanto i curdi in Turchia hanno levato un nuovo appello alle armi per difendere il loro popolo in Siria, minacciato dall'offensiva degli estremisti dello Stato islamico.
I miliziani islamisti hanno conquistato decine di decine di villaggi lungo il confine tra Turchia e Siria e adesso puntano a una strategica città di frontiera, Ain al Arab, chiamata dai curdi Kobane. Secondo fonti sul terreno, i jihadisti sono ormai a una manciata di chilometri dalla città, la cui conquista potrebbe consentire allo Stato islamico di consolidare il controllo su tutta la fascia settentrionale della Siria. "L'avanzata dello Stato islamico verso Kobane è stata fermata" ha invece affermato Redur Xelil, portavoce dei combattenti curdi siriani. L'Osservatorio siriano per i diritti umani conferma che l'avanzata dell'Isis non ha fatto significativi passi avanti nelle ultime 24 ore.
Proprio per consentire l'ingresso dei curdi in fuga, venerdì scorso Ankara ha deciso di aprire un tratto della frontiera, organizzando otto punti di transito lungo un arco di 30 chilometri. Da allora il flusso dei rifugiati in fuga dal terrore jihadista non si è fermato, creando allarme tanto nel governo di Ankara (che teme di non reggere al gravoso impegno di accogliere un numero così imponente di persone) che nell'Onu, che comunque domenica ha promesso di rafforzare il suo sostegno alle autorità turche.
I curdi in Turchia hanno fatto appello direttamente al proprio popolo per difendere il loro popolo. Il Pkk, il Partito del lavoratori del Kurdistan, che per decenni ha lottato contro il governo centrale di Ankara per chiedere maggiore autonomia per i curdi, si è rivolto soprattutto ai giovani curdi che abitano nella zona sud-orientale della Turchia. "Il giorno della gloria e dell'onore è arrivato", sono state le parole usate dal Pkk e riferite dall'agenzia filo-curda Firat.
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