L'ex magistrato, oggi sindaco di Napoli, Luigi De Magistris (foto LaPresse)

Inchiesta 'Why not': De Magistris condannato per abuso d'ufficio

Redazione

Per lui e per il consulente Genchi 1 anno e tre mesi. Avevano acquisito tabulati telefonici senza l'autorizzazione delle Camere riguardanti un gruppo di parlamentari . L'ex magistrato: "La mia vita è sconvolta".

L'ex magistrato Luigi de Magistris, oggi sindaco di Napoli, insieme al suo consulente informatico Gioacchino Genchi quando era pubblico ministero a Catanzaro, sono stati condannati a 1 anno e 3 mesi di reclusione ciascuno con l'accusa di abuso di ufficio. L'imputazione si riferisce all'acquisizione nell'ambito dell'inchiesta 'Why not' di tabulati riguardanti le utenze telefoniche di un gruppo di parlamentari. Al termine della requisitoria il pubblico ministero Roberto Felici aveva chiesto la condanna di Genchi a 1 anno e 6 mesi e l'assoluzione di de Magistris.

 

Oggi invece, il tribunale presieduto da Rosanna Ianniello, pur concedendo le  attenuanti generiche, ha condannato a 1 anno e 3 mesi di reclusione entrambi gli imputati che sono stati anche interdetti per 1 anno dai pubblici uffici. La pena comunque è stata sospesa ed è stato disposta la non menzione nel casellario giudiziario. Con la sentenza il tribunale ha anche disposto il risarcimento dei danni materiali e morali dei parlamentari che si videro sequestrare i tabulati telefonici. Si tratta degli onorevoli Sandro Gozi, Romano Prodi, Marco Minniti, Clemente Mastella e Giancarlo Pittelli, oltre che dei senatori Francesco Rutelli e Antonio Gentile. In via provvisionale il tribunale ha stabilito un risarcimento danni di 20 mila euro ciascuno per questi personaggi citati nel processo come parte civile.

 

L'accusa di abuso d'ufficio era stata contestata perché i tabulati riguardanti gli uomini politici appartenenti al centrodestra e al centrosinistra erano stati acquisiti dal fascicolo dell'inchiesta senza aver preventivamente richiesto ai rami del Parlamento a cui appartenevano i politici in questione l'autorizzazione ad acquisirli. Il processo conclude una lunga vicenda giudiziaria che era cominciata nel 2009.

 

La decisione del tribunale è stata commentata favorevolmente dagli avvocati Nicola e Titta Madia i quali ha assistito nel procedimento Francesco Rutelli e Clemente Mastella. "La sentenza emessa oggi dal tribunale di Roma - hanno sottolineato i penalisti - rende piena giustizia agli uomini politici tra i quali Francesco Rutelli e Clemente Mastella. La grande violazione delle prerogative dei parlamentari in questione determinò una violentissima campagna di stampa contro il governo all'epoca in carica".

 

Affida a Facebook il suo sfogo a caldo dopo la condanna, che definisce "un errore giudiziario", de Magistris che sottolinea: "La mia vita è sconvolta". E spera in un giudizio rovesciato in Appello, lasciando capire che impugnerà la decisione della decima sezione penale del tribunale di Roma. "Sono profondamente addolorato per aver ricevuto una condanna per fatti insussistenti - scrive nel suo post - in Italia, credo, non esistano condanne per abuso di ufficio non patrimoniale. Sono stato condannato per avere acquisito tabulati di alcuni parlamentari, pur non essendoci alcuna prova che potessi sapere che si trattasse di utenze a loro riconducibili. Prima mi hanno strappato la toga, con un processo disciplinare assurdo e clamoroso, perché ho fatto esclusivamente il mio dovere, dedicando la mia vita alla magistratura", conclude de Magistris.