Il clima cambia? Fatti un Ogm!
Agricoltura tech contro le carestie da riscaldamento globale.
Ogm e riscaldamento globale sono due temi in teoria tra di loro molto diversi ma quasi sempre collegati da un filo rosso intellettuale: chi è convinto che l’attività umana stia provocando l’aumento delle temperature terrestri in genere si oppone anche agli organismi geneticamente modificati in agricoltura. L’idea è che tanto più la nostra intelligenza interferisce con il funzionamento del pianeta, tanto più combina guai. Ma alcuni esperti adesso stanno rovesciando il paradigma. E’ davvero in corso un riscaldamento globale? Non importa allora se esso sia dovuto a cause umane o a fattori naturali.
L’unico dato certo è che adesso gli Ogm diventano indispensabili per permettere all’agricoltura mondiale di adattarsi a questi cambiamenti, evitando disastrose carestie. E’ questo, in pratica, il tema dei Development dialogues che si sono appena svolti a New York dal Cgiar (Consultative Group on International Agricultural Research) dove si raccolgono dal 2010 i quindici più autorevoli centri studio in campo agronomico, compreso l’italiano Bioversity international di Maccarese. L’investimento è decisamente cospicuo: seicento milioni di dollari per aiutare soprattutto i paesi più poveri a sviluppare sistemi agricoli “a prova di clima”. Sistemi con colture modificate geneticamente, quindi, ma l’annuncio del Cgiar evita accuratamente l’uso della sigla “Ogm”, in favore di locuzioni più politicamente corrette: “Migliori conoscenze scientifiche atte a identificare varietà alimentari più resistenti”. D’altra parte, a volte il problema principale è nelle parole che si usano.
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