Bruti Liberati sposta Robledo. Non sarà più a capo del pool anticorruzione

Il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha tolto al procuratore aggiunto Alfredo Robledo il ruolo di capo del pool anticorruzione. Bruti Liberati gli ha revocato la delega dell'intero dipartimento assegnandolo provvisoriamente al pool esecuzione delle pene. E' quanto si apprende da fonti interne al tribunale meneghino.

Robledo ha intenzione di replicare ai rilievi fatti nelle motivazioni da Bruti Liberati attraverso una memoria da mandare sia al consiglio giudiziario che al Consiglio superiore della magistratura, nonostante la decisione del procuratore di Milano non sia appellabile.

Ad Alfredo Robledo resteranno comunque le indagini in corso in materia di corruzione di cui è titolare o co-assegnatario. E' quanto scrive in una circolare inviata a tutti i pubblici ministeri, il procuratore Edmondo Bruti Liberati. Nella mail, Bruti fa riferimento a un "provvedimento debitamente motivato trasmesso al consiglio giudiziario e al Csm e ai procuratori aggiunti interessati in base all'articolo 1 comma 4 decreto legislativo 106 del 2006 e al punto 11 dei vigenti criteri di organizzazione dell'ufficio".

Lo spostamento di Robledo è l'epilogo di una vicenda che ha creato notevoli problemi al Tribunale di Milano e iniziata con la denuncia presentata alcuni mesi fa da Robledo al Csm. Il procuratore aggiunto infatti aveva denunciato alcune anomalie nella gestione della procura e nell'assegnazione dei fascicoli. Secondo Robledo, infatti, Bruti Liberati aveva bypassato il pool anticorruzione per affidare almeno due fascicoli - l'inchiesta Ruby e l'indagine sull'Expo - al procuratore aggiunto e responsabile dell'antimafia, Ilda Boccassini. La denuncia era stata esaminato dal Csm, che il 19 giugno scorso, ma era stata archiviata.