Matteo Renzi (foto LaPresse)

Renzi prova a superare lo Stato mamma: "Il Tfr sono soldi dei lavoratori"

Redazione

Il presidente del Consiglio rilancia sulla liquidazione direttamente in busta paga nonostante le critiche di Confindustria: "Per me un cittadino è maturo e consapevole. E come accade in tutto il mondo non può essere lo Stato a decidere per lui".

Aspettando l'incontro con i sindacati di domani, Matteo Renzi potrebbe già oggi decidere di porre la fiducia sul Jobs act al Senato (sarà in Aula domani) per potersi presentare mercoledì a Milano al vertice europeo sul lavoro con un primo sì sulla riforma del mercato del lavoro.

 

Ieri anche il ministro dello Sviluppo Giuliano Poletti aveva sottolineato l'urgenza di "riformare il mercato del lavoro per renderlo finalmente competitivo a livello europeo", lasciando però intendere come il governo fosse pronto a ripensare all'inserimento del Tfr direttamente in busta paga, viste le critiche arrivate da Confindustria e le difficoltà delle aziende con le banche. Ma oggi il presidente del Consiglio è tornato a sottolineare, sulla sua eNews, come "il Tfr, la liquidazione, sono soldi dei lavoratori, che però vengono dati tutti insieme alla fine. La filosofia sembra essere protettiva: te li metto da parte, per evitare che tu li 'bruci' tutti insieme. Uno Stato-mamma - continua - che sottilmente fa passare il messaggio di non fidarsi dei lavoratori-figli. Io la vedo diversamente: per me un cittadino è maturo e consapevole. E come accade in tutto il mondo non può essere lo Stato a decidere per lui. Ecco perché mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del Tfr andassero subito in busta paga mensilmente".

 

[**Video_box_2**]"Intanto ci sono segnali incoraggianti di ripresa del numero degli occupati che da febbraio è cresciuto di oltre 80 mila unità. Negli anni della crisi - continua - abbiamo perso un milione di posti di lavoro, dunque non siamo nemmeno al 10% di quello che va fatto per ritornare ai tempi d’oro". Renzi non pensa solo al Tfr, punta a una restaurazione generale dello Statuto dei lavoratori che snellisca le regole e permetta di sburocratizzare il lavoro per attrarre capitali stranieri in grado di investire in Italia: "Ora la vera sfida sarà incoraggiare gli investimenti, specie stranieri. Rispetto a sette mesi fa, molte cose sono cambiate. Io però sono ancora più convinto di prima. E più trovo gente che dice: va tutto male, non ce la farete mai, più mi convinco che questa macchina che ci hanno lasciato con il quadro scarico noi la riaccendiamo".