Renzi ai sindacati: "Ben venga il dissenso. Ma non sono come la Thatcher"
Il premier, ottimista dopo l'incontro con le parti sociali, allontana anche il rischio dei franchi tiratori durante il voto in Parlamento.
Renzi incontra le parti sociali e si dice ottimista sul voto in Parlamento sulla riforma del lavoro e sulle relazioni tra governo e sindacati. "Che ci sia qualcuno con una opinione negativa è un bene, e dimostra la democrazia e il rispetto delle opinioni altrui", ha detto il premier in conferenza stampa al termine del vertice con i sindacati e le imprese. Il presidente del Consiglio ha tuttavia chiarito che il governo "non si farà bloccare da veti e da opinioni negative, "anche se siamo rispettosi delle manifestazioni di protesta". Tra le incognite del voto sulla riforma del lavoro c'è quella dei franchi tiratori e dei dissidenti del partito democratico: "La fiducia è a voto palese, non sarà per franchi tiratori. Abbiamo fatto un lavoro molto serio nel Pd, abbiamo discusso e anche modificato la linea iniziale per ascoltare una parte della minoranza. Il Pd deve decidere se votare, si è votato nella direzione Pd e sono convinto che sia naturale che domani tutti i senatori e le senatrici votino la fiducia, non temo agguati".
Sull'incontro avuto con i sindacati, Renzi ha tranquillizzato sulle relazioni tra governo e sindacati: "Non ho visto un clima di rabbia tra i sindacati perché il governo ha deciso di porre la fiducia sul jobs act", ha detto. Eppure il premier non ha mancato l'occasione per rispondere alle parole di Camusso pronunciate la settimana scorsa e che paragonavano il premier alla Thatcher: "Se c'è persona da cui mi sento culturalmente molto lontano, con tutto il rispetto e la stima che si deve a un personaggio della storia britannica, è Margareth Thatcher", ha detto Renzi.
Il messaggio che Renzi ha trasmesso durante l'incontro con i sindacati era stato che "il paese ha bisogno di un clima di fiducia". Un messaggio rivolto ai segretari generali di Cgil, Uil e Ugl, Susanna Camusso, Luigi Angeletti e Geremia Mancini, il segretario generale aggiunto della Cisl, Annamaria Furlan, riunitisi nella sala Verde di Palazzo Chigi, alla presenza del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, di quello dell'Economia, Pier Carlo Padoan, alla titolare della Funzione pubblica, Marianna Madia e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio.
Il presidente del Consiglio dopo l'incontro con i leader sindacali ha ammesso come "ci sono sorprendenti punti di intesa" sul jobs act, sul quale ieri il governo ha posto la fiducia al Senato: "Sulle politiche attive del lavoro - ha sottolineato - vorrei ragionare su questo e coinvolgere voi, ma io non voglio farmi i fatti vostri, voi, però, potete farvi i miei".
Renzi, che rivedrà i sindacati il 27 ottobre, ha ribadito la volontà dell'esecutivo di attuare una semplificazione del mercato del lavoro grazie a "una riduzione delle forme contrattuali con una modifica anche della normativa del reintegro lasciando la tutela contro i licenziamenti discriminatori e per ragioni disciplinari previa la specifica della fattispecie; nuove politiche attive del lavoro".
[**Video_box_2**]Nella riforma che verrà votata questo pomeriggio al Senato sarà presente un'estensione degli ammortizzatori sociali con 1,5 miliardi nella legge di stabilità che si appresta a varare. Novità anche dal punto di vista della rappresentanza sindacale, che prevede un "ampliamento della contrattazione decentrata e aziendale", emendamenti, come ha sottolineato il presidente del Consiglio, "che mi sono stati suggeriti dal mio partito, in particolare dalla parte che non sta con me".
Renzi ha anche confermato che il bonus di 80 euro diventerà strutturale dal prossimo anno: "Stiamo ancora studiando le modalità tecniche, ma posso assicurare che ci sarà". Oltre ai lavoratori anche le aziende avranno benefici fiscali.
A margine dell'incontro Susanna Camusso, che ha chiesto più risorse per gli ammortizzatori sociali, ha comunque confermato "il giudizio negativo su come si sta proponendo l'intervento sul lavoro, troviamo tutte le conferme per la manifestazione del 25 ottobre", in quanto "dal punto di vista dei contenuti sono state ripetute cose note che non determinano un cambiamento della valutazione data sia sulle scelte fatte che sul Jobs act".
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