Enrico Rossi (foto LaPresse)

Eterologa gratis, dietrofront toscano

Redazione

Rossi si rimangia lo spot, chissà che diranno quelli della Coscioni

Quando il governatore della Toscana, Enrico Rossi, annunciò trionfante che la sua regione avrebbe garantito l’eterologa gratis a tutti, la notizia di tanta munificenza trovò ampio spazio sui giornali nazionali. Ma ora solo un pezzetto in cronaca locale sulla Repubblica è incaricato di annunciare il “contrordine, compagni”. Oltre i quarantatré anni – vale a dire più del settanta per cento delle donne che chiedono l’eterologa – la Toscana non garantirà un bel nulla, nemmeno a pagamento. Lo ha deciso lunedì la giunta regionale. Per armonizzarsi, dice, con quanto deciso dalla Conferenza stato-regioni, e per obbedire allo stesso principio che vale per l’omologa. Il limite di quarantatré anni per il rimborso è fissato perché “le possibilità di avere un figlio dopo quell’età sono troppo basse”. E non sarebbe etico, si aggiunge, fornire una prestazione con un altissimo tasso di fallimento facendola pagare (circa seimila euro, che comunque coprono solo in parte le spese effettive, perché i gameti “donati” e l’intera procedura in realtà costano almeno il doppio).

 

Anche l’ospedale di Careggi, magnificato fino a qualche settimana dai media fa come la nuova terra promessa dell’eterologa  per tutti, dovrà (immaginiamo con quale sollievo) sfrondare parecchio la sua lista d’attesa. Rimane qualche dubbio: quando il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ha saggiamente annunciato che nella sua regione l’eterologa sarà sempre a pagamento, l’Associazione Luca Coscioni ha parlato di “norma aberrante”. Ora diffiderà anche Rossi? E chissà che ne pensa il presidente della Consulta, Giuseppe Tesauro, alfiere dell’idea del “diritto al figlio” garatito dall’eterologa.