A Patrick Modiano il Nobel per la letteratura
Raccontò il mondo dell'occupazione nazista. Commenta con modestia la scelta dell'Accademia: "E' strano".
Lo scrittore francese Patrick Modiano ha vinto il premio Nobel per la letteratura, assegnato dall'Accademia reale svedese. Lo scrittore ha ricevuto il premio di 8 milioni di corone svedesi (circa 1,1 milioni di dollari) ed è stato scelto tra 2010 scrittori, “per l’arte della memoria con cui è riuscito a evocare i più sfuggenti destini umani e ha svelato il mondo dell’occupazione". "C'est bizzarre" (è strano, ndr). Ma sono molto contento". Così Modiano ha commentato il premio Nobel appena ricevuto. Le sue parole sono state riferite dall'amico ed editore Antoine Gallimard che lo ha chiamato e si è congratulato con lui. "Per noi - ha detto Gallimard - è una enorme sorpresa ed è un giorno meraviglioso". Modiano ha anche ricevuto le congratulazioni del presidente francese, Francois Hollande che ha sottolineato l'importanza del suo lavoro "che esplora le sottigliezze della memoria e la complessità dell'identità".
Modiano, 69 anni, ha radici italiane, in quanto il padre era un ebreo francese originario della penisola. Con "Rue des boutiques obscures", nel 1978 ha vinto il Prix Goncourt.
Si è imposto giovanissimo con il romanzo La place de l'étoile (1968) ambientato, come i successivi La ronde de nuit (1969) e Les boulevards de ceinture (1972), nel clima torbido e collaborazionista dell'occupazione nazista della Francia di Vichy che Modiano ha vissuto attraverso l’ambigua figura paterna e che evocherà nella sceneggiatura del film di L. Malle Lacombe Lucien (1974; Cognome e nome: Lacombe Lucien), nel volume autobiografico Livret de famille (1977) e nel romanzo Remise de peine (1988). Negli ultimi anni Modiano si dedica a nuove tematiche affrontando inquiete figure femminili (Des inconnues, 1999, La petite bijou, 2001, 2005; Accident nocturne, 2003; Dans le café de la jeunesse perdue, 2007), o la difficile ricostruzione di un doloroso passato sia attraverso autentici ricordi autobiografici (Un pedigree, 2005) sia seguendo le labirintiche tracce lasciate da un vissuto intessuto di personaggi ambigui e misteriosi (L'horizon, 2010). Del 2012 è L'herbe des nuits.
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