Lo Stato islamico controlla ancora alcuni quartieri di Kobane
Ieri, Kerry aveva detto che la città curda non è "strategica".
I curdi resistono a Kobane, la città siriana al confine con la Turchia martellata dal fuoco dei jihadisti dello Stato islamico nel corso delle ultime tre settimane. "Abbiamo informazioni secondo le quali le milizie curde controllano la gran parte della città", ha affermato il Pentagono, che ha intensificato i raid nell'area ma ha dovuti ammettere che gli attacchi dall'aria potrebbero non salvare questo e altri centri assediati dai miliziani sunniti.
Qualche ora prima delle dichiarazioni del Pentagono era stato il Dipartimento di Stato americano ad affermare che Kobane non è "obiettivo strategico" per Washington. "Le immagini che ci giungono dalla città curda sono orribili, ma dovete fare un passo indietro e capire qual è l'obiettivo strategico" degli Stati Uniti, aveva spiegato il capo della diplomazia Usa, John Kerry, rispondendo alle domande dei giornalisti sul perché Washington finora abbia fatto poco per aiutare i curdi siriani asserragliati nella città. "Malgrado la crisi in corso a Kobane, gli obiettivi originali del nostro impegno militare in Siria sono i centri di comando e controllo e le infrastrutture" dello Stato islamico "e noi stiamo cercando di privarlo della capacità globale per ostacolarli non solo a Kobane, ma in tutta la Siria e l'Iraq". Iraq dove i jihadisti preparano un'altra offensiva contro le forze curde a Jalawla e Khanaqin, lungo la frontiera con l'Iran. Lo Stato islamico assedia Kobane da tre settimane e lunedì notte era riuscito a irrompere nella città da est e da sud. I morti ormai si contano a centinaia.
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