Corporazioni di replicanti
Basta corsi truffa a sussidio delle burocrazie, iniziare dai giornalisti. Sui corsi di formazione obbligatori e “farlocchi” “c’è stata un’intera generazione di associazioni di categoria, sindacali e datoriali, che c’hanno mangiato per anni”, ha detto Matteo Renzi intervistato alla trasmissione “Virus” giovedì su Rai 2.
Sui corsi di formazione obbligatori e “farlocchi” “c’è stata un’intera generazione di associazioni di categoria, sindacali e datoriali, che c’hanno mangiato per anni”, ha detto Matteo Renzi intervistato alla trasmissione “Virus” giovedì su Rai 2. Il presidente del Consiglio rispondeva a un’imprenditrice che, a proposito di semplificazione delle trafile burocratiche, ha fatto notare l’assurdità di “un corso antincendio dove ti dicono che devi chiamare i vigili del fuoco o scappare” in caso divampino le fiamme, “utilissimo”. Costo: 200 euro (più il tempo perso). Non poco per chi, come lei, gestisce un bar con quattro dipendenti.
Se Renzi trova discutibile un meccanismo utile soltanto a giustificare (e autoperpetuare) l’esistenza di carrozzoni parassitari, inizi allora a occuparsi dell’Ordine dei giornalisti. Con la riforma degli ordini professionali (vergata dall’ex ministro della Giustizia, Paola Severino) si è reso obbligatorio, per chi è iscritto all’albo da almeno tre anni, frequentare corsi di aggiornamento su tematiche varie. Cosa si potrà scoprire di nuovo? Quali finezze saranno mai rivelate?
[**Video_box_2**]Contenuti a parte, i posti a disposizione nei corsi gratis vanno esauriti subito, ovvio, e non bastano per tutti; quindi ci sono quelli a pagamento. Essere costretti a spendere qualche centinaio di euro solo per poter continuare a esercitare la professione è di per sé paradossale, almeno quanto il corso anti incendio in cui ti segnalano che si esce dalla porta, o se quella è bloccata allora meglio la finestra. Il meccanismo poi è pure piuttosto ingiusto. Non solo perché questi corsi possono essere appaltati a enti terzi rispetto all’Odg e tenuti da “docenti” selezionati non si sa bene come. Ma anche perché sostenerli economicamente non sarà una passeggia per tutti, pure in termini di tempo. I corsi d’aggiornamento infatti saranno obbligatori allo stesso modo per professionisti e pubblicisti (questi ultimi non sarebbero nemmeno tenuti a essere giornalisti a tempo pieno). Solo in un paese in cui non si ha fiducia negli individui – siano essi direttori responsabili o lettori – si può imporre per legge una “lectio” sull’uso dei social media o sulla riforma elettorale. Renzi, rottamaci tutti.
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