Renzi: "18 miliardi di tasse in meno", ma Camusso continua a minacciare lo sciopero generale
Il taglio è all'interno della legge di stabilità che verrà presentato in Consiglio dei Ministri mercoledì: Irap per le aziende ridotta di 6,5 miliardi. Risorse trovate grazie alla spending review. I sindacati ancora divisi sulla manifestazione del 25 ottobre.
"Dobbiamo continuare a realizzare le riforme in programma perché solo in questo modo possiamo sbloccare l'economia del nostro paese". Così Matteo Renzi, dopo essere stato contestato da un centinaio di aderenti alla Fiom al suo arrivo, incalza alla Persico di Nembro (Bergamo) l’assemblea generale della Confindustria della città lombarda. "Il mondo è cambiato. Lo posso dire qui perché a Confindustria c’è molta più sensibilità rispetto ad altre parti", ha esordito il presidente del Consiglio, presentando l’agenda delle riforme: "Se stiamo dicendo che vogliamo cambiare la Costituzione, la Giustizia, la Pubblica Amministrazione, il fisco, non stiamo dicendo che vogliamo esercitarci in attività legislative o normative", ha detto Renzi, "ma stiamo facendo passare il messaggio che bisogna cambiare la politica, dando il buon esempio".
"Arriveremo alla fine della legislatura con un Paese trasformato", assicura Renzi davanti agli industriali bergamaschi. Il primo passo del cambiamento è "già stato inserito all'interno della legge di stabilità" che verrà presentata in Consiglio dei ministri mercoledì: "18 miliardi dei 30 complessivi della manovra riguarderanno il lavoro. Con questa legge faremo una riduzione di tasse mai tentata in Italia. 10 miliardi - continua - serviranno per finanziare in modo stabile il bonus di 80 euro, 500 milioni per la detrazione fiscale per le famiglie, il resto, ovvero 6,5 miliardi, contribuirà all'abolizione della componente lavoro dell'Irap e poi ancora in incentivi che permetteranno agli imprenditori per un triennio di non pagare contributi sulle assunzioni a tempo indeterminato".
[**Video_box_2**]Da Roma invece Susanna Camusso, all'Attivo straordinario dei quadri e dei delegati di Roma e Lazio in preparazione della manifestazione del 25 ottobre, torna a criticare il premier tornando a minacciare il ricorso a uno sciopero generale: "Il Governo assume la piattaforma di Confindustria e non ha idea di dove portare l'Italia, di quale sviluppo dare al Paese. Il cambiareverso è diventato il continuare come prima. Perché questo governo è solo la replica dei 4 governi precedenti. Promesse, annunci...di tutto questo non c'è più traccia".
Nonostante i proclami del segretario generale della Cgil i tre sindacati sono ancora però distanti da un'intesa comune sia a proposito della manifestazione del 25 ottobre, sia soprattutto a riguardo del ricorso allo sciopero generale per protestare contro le misure del governo in tema di riforma del mercato del lavoro.
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