Il fallimento di Artur Mas
Artur Mas, il presidente della Generalitat della Catalogna, due anni fa fece una scommessa. Mariano Rajoy non è come David Cameron, si disse, e il governo spagnolo non concederà mai alla Catalogna un referendum per l’indipendenza.
Artur Mas, il presidente della Generalitat della Catalogna, due anni fa fece una scommessa. Mariano Rajoy non è come David Cameron, si disse, e il governo spagnolo non concederà mai alla Catalogna un referendum per l’indipendenza. Ma se forzeremo la mano, se il referendum faremo finta di farlo lo stesso, se ci riempiremo la bocca di dichiarazioni spavalde e diremo che a noi della benedizione di Madrid non importa niente, alla fine anche Rajoy dovrà cedere, dovrà lasciarci fare il nostro referendum, o quanto meno dovrà scendere a patti.
Così sono due anni che Mas imbastisce coalizioni, annuncia disobbedienza verso Madrid, organizza grandi manifestazioni per la Rambla di Barcellona. Infine sceglie una data per il grande giorno, il 9 novembre (diventato subito il 9-N), e fa approvare dall’Assemblea catalana un decreto ad hoc per il referendum. Ma il governo non cede, la benedizione di Madrid non arriva e, anzi, Rajoy colpisce duro. Il 19 settembre è approvato il decreto catalano, dieci giorni dopo il Tribunale costituzionale di Madrid lo respinge all’unanimità. Per la legge il referendum catalano non è valido, e non lo è mai stato. Mas fa la voce grossa ancora per qualche giorno, prima fa il duro, poi offre dialogo, alla fine si sgonfia. Ieri ha annunciato, dopo una riunione con i leader degli altri partiti indipendentisti lunedì sera, che il referendum per l’indipendenza non si farà. Mancano le garanzie legali, dice, meglio rimandare tutto. Al suo posto ci sarà un “processo di partecipazione”, una specie di sondaggio interno senza nessun valore (ma il governo ha detto che se i quesiti restano quelli del referendum si opporrà anche a questo). “Che questo non sarebbe stato il referendum definitivo lo sapevano tutti”, dice Mas per cercare di salvare la faccia, ma la verità è che ha perso la scommessa che aveva fatto due anni fa.
[**Video_box_2**]Ieri Mas ha fatto capire che il prossimo passo saranno elezioni anticipate: se i partiti pro indipendenza avranno una maggioranza schiacciante, sarà come un referendum informale. Ma alcuni partiti pro indipendenza, quelli che in questi due anni hanno sostenuto Mas, ora sono infuriati, dicono che sono stati ingannati, e non gli renderanno la vita facile.
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